IL MESSAGGERO
Csm: più trasparenza e stop al correntismo
Mattarella: ruolo-chiave per la democrazia
ROMA In una seduta straordinaria e dopo un percorso durato più di un anno, il plenum del Csm, alla presenza del capo dello Stato Mattarella, ha approvato il nuovo regolamento interno dell`organo di autogoverno della magistratura. 90 articoli che ne ridisegnano il funzionamento, con l`obiettivo di assicurare
più trasparenza, efficienza, collegialità e meno correntismo. Lo stesso Mattarella, che di palazzo dei Marescialli è il presidente, ha sottolineato, assieme al risultato di ieri, il ruolo «difficile, spesso poco compreso, ma invece fondamentale per la nostra democrazia costituzionale» del Csm. Un organo,
ha aggiunto il capo dello Stato, «chiamato a tutelare al meglio l`autonomia
e l`indipendenza della magistratura attraverso gli obiettivi della funzionalità e della qualità della giurisdizione».
LEGNINI
Da parte sua, il vicepresidente del Consiglio superiore, Giovanni Legnini,
ha affermato che il nuovo regolamento porterà un «cambiamento irreversibile» nell`esercizio delle competenze dell`organismo, trasformandolo in una «casa di vetro». Un`autoriforma – ha osservato
Legnini – che offrirà alle correnti della magistratura «uno strumento
che consentirà loro di esprimere il meglio di sé, abbandonando le peggiori pratiche, soprattutto sulle nomine». Le nuove norme, infatti, pongono fine, in primo luogo, alle “nomine a pacchetto” che hanno finora favoritogli accordi a tavolino tra le correnti e introducono per la prima volta la pubblicità, a
certe condizioni, nei lavori delle commissioni. Non saranno, dunque, più votate in blocco le nomine che riguardano magistrati dello stesso ufficio e che erano il terreno preferenziale per le manovre correntizie.
Il plenum, d`ora in poi si pronuncerà sui singoli nomi e, in caso di necessità, si ricorrerà al ballottaggio.
La pubblicità delle sedute riguarderà poi quelle destinate alla nomina
dei capi degli uffici giudiziari, che potranno essere seguite in streaming dalla stampa e dal pubblico in locali collegati audiovisivamente, sempre su richiesta di un terzo dei componenti della Commissione Direttivi. Per le altre Commissioni, la pubblicità delle sedute potrà essere decisa a maggioranza
dei componenti. Liberalizzato anche il rapporto tra il Comitato di presidenza e i consiglieri. Ciascuno di essi potrà infatti chiedere all`organo di vertice di palazzo dei Marescialli la motivazione delle singole decisioni e con un
quarto dei componenti eletti si potrà sollecitare il riesame di una o più deliberazioni, ferma restando la decisione finale in capo al Comitato di presidenza. Favorita anche la speditezza dei lavori attraverso
il contingentamento degli interventi limitati a 10 minuti, estensibili a
un massimo di 20 su decisione del presidente della commissione.
La riforma del regolamento è passata con 18 voti a favore e 7 astenuti, tra questi i togati di magistratura indipendente e i tre laici di centrodestra.
Hanno invece votato «convintamente a favore» il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, e il procuratore generale della Suprema Corte, Pasquale Ciccolo. Lo stesso Canzio ha quindi invitato il Consiglio superiore
della magistratura a «non considerare il Csm come il terreno privilegiato di conquista o la scena sempre aperta di una perenne competizione elettorale tra le varie correnti». Claudio Galoppi, uno dei membri di MI astenutisi nel voto,
ha affermato che «la riforma poteva e doveva mostrarsi più coraggiosa e incisiva». Ha replicato Renato Balduzzi, uno dei relatori del regolamento approvato, osservando che «da 40 anni ogni consiliatura tentava la riscrittura del regolamento senza riuscirci, risalendo l`ultima ampia revisione al 1976».
Mario Stanganelli