CYBERBULLISMO: Il cyberbullo può redimersi (con una domanda al gestore) (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Che Cosa prevede il disegno di legge che attende ora l’ultimo sì da parte del senato
Il cyberbullo può redimersi (con una domanda al gestore)

 
Il cyberbullo può redimersi e mettere personalmente in atto una condotta riparativa, inoltrando al gestore della rete, lui stesso o anche tramite i genitori, l’istanza di oscuramento, rimozione e blocco del contenuto pubblicato e offensivo. È questa una delle principali novità che l’aula della camera ha approvato al provvedimento che introduce nell’ordinamento una tutela per le persone offese da fenomeni di bullismo e cyberbullismo (per i contenuti in generale si veda ItaliaOggi del 20 settembre; il testo ora deve passare in senato).
La previsione di una condotta «riparativa» è in linea con il principio di responsabilizzazione dei minori nell’uso di internet e social network che il provvedimento mira a sviluppare, se pur con qualche contraddizione.
Il riferimento, in particolare, è a un altro emendamento approvato in aula, questa volta alla norma che impegna il ministero dell’istruzione a varare le linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto in ambito scolastico (senza maggiori oneri per lo stato), con particolare attenzione alla formazione del personale scolastico, all’individuazione di un proprio referente per ogni autonomia scolastica; alla promozione di un ruolo attivo degli studenti nella prevenzione e nel contrasto del bullismo e del cyberbullismo nelle scuole; alla previsione di misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti.
La modifica approvata in aula dispone il carattere «sperimentale» di questa azione educativa per il prossimo biennio. Poi si vedrà. Per contro, Montecitorio ha previsto che 50 mila euro l’anno a partire dal 2017 dovranno essere impiegati per campagne di comunicazione media, informative di prevenzione e di sensibilizzazione.
Va invece nel senso di una tutela nei confronti della persona che in età minore si è reso responsabile di atti di cyberullismo, il far cessare gli effetti dell’ammonimento del questore al compimento dei 21 anni di età. Un modo per non stigmatizzare «per la vita» un errore, se pur grave, compiuto in giovane età.
La scelta del parlamento colma un vuoto normativo, ma il testo così come formulato durante l’esame alla camera desta perplessità tra gli addetti ai lavori e anche distinguo politici, soprattutto per l’estensione dell’applicazione della legge agli atti di bullismo e alla tutela di persone maggiorenni. La Ong Terre des Hommes ha segnalato che non solo si rischia di ledere la libertà di stampa e di pensiero, ma si sacrifica l’efficacia della protezione dei soggetti più vulnerabili.
Il Pd difende la legge ed esclude che si tratti di un «bavaglio»; il giudizio del M5s pubblicato ieri sul blog di Grillo era tranchant: «È diventato prevalente l’aspetto repressivo e di oscuramento del web, a vantaggio di coloro che vogliono cancellare le opinioni loro avverse». Claudia Morelli 

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