MONDOPROFESSIONISTI
Assicurazioni all’assalto della diligenza
Oua: le vittime di incidenti stradali in balia delle lobby
La Commissione Responsabilità Civile Organismo Unitario, con una nota del coordinatore Angelo Massimo Perrini e del segretario Marco Montozzi, replica duramente alle ripetute dichiarazioni rilasciate in questi giorni su diversi mezzi di comunicazione, dai relatori del DDL Concorrenza, Luigi Marino e Salvatore Tomaselli, sulle norme relative alla RC auto e alle vittime di incidenti, rilevando “come le stesse siano semplicemente irricevibili oltre che inammissibili nel merito e nel metodo. Quanto al metodo – scrivono Perrini e Montozzi – è inammissibile che i relatori scendano in campo, abbandonando l’apparenza di terzietà che dovrebbe contraddistinguere il delicato ruolo loro assegnato.
Ben altro spessore e considerazione del ruolo istituzionale avevano dimostrato il relatore alla Camera, l’on. Silvia Fregolent e anche il Presidente della X Commissione, il sen. Massimo Mucchetti, nonché il vice presidente della Commissione Giustizia, on. Franco Vazio, che si erano ben guardati dall’intervenire nella poco commendevole vicenda delle norme filo-assicurative. I relatori invece preferiscono scendere in campo a difesa degli interessi di una parte svolgendo considerazioni di segno lombrosiano sul ruolo degli avvocati, indicati come soggetti pronti a speculare sulle disgrazie dei danneggiati oltre che, ovviamente, come moltiplicatori del contenzioso. Nel merito – aggiungono – l’avvocatura è stanca di dichiarazioni alla stampa che dimostrano inadeguatezza e mancata comprensione della complessità del quadro giuridico, nel quale si pretende di operare, con conseguenti risultati pessimi sotto il profilo tecnico e politico. Assistiamo, infatti, a norme pasticciate che porteranno a un aumento esponenziale del contenzioso, come avverrà a causa delle due modifiche apportate in Senato alla X Commissione, che riportano letteralmente le richieste delle compagnie assicurative. La prima – denunciano Perrini e Montozzi – è la stravagante norma sui testimoni, priva di disposizioni attuative e in evidente contrasto col Codice di Procedura Civile. La norma crea una ‘trappola’ per i danneggiati che, privi di informazioni specifiche e di assistenza tecnica, in sede di denuncia di sinistro fatta magari telefonicamente o davanti a personale amministrativo di agenzia, non provvedano a indicare “eventuali testimoni sul luogo di accadimento dell’incidente” col risultato di decadere in sede processuale (per una omissione relativa ad attività svolta in sede non processuale senza difesa tecnica) dal diritto previsto dal codice di rito di indicare i testimoni nei termini di legge. Una norma, che pone limitazioni a carico di una sola delle parti (ovviamente nessuna preclusione è prevista per le assicurazioni) e solo per la materia dei sinistri stradali è in contrasto con le previsioni del Codice di Procedura Civile oltre che con gli articoli 111 e 24 della Costituzione.
La modifica apportata al Senato ha impedito di indicare i testi in sede di negoziazione assistita (che si svolge con la necessaria assistenza legale) ed è dunque particolarmente grave. Altra grave modifica introdotta col parere favorevole dei relatori – spiegano ancora – è quella che ha portato allo stravolgimento del testo dell’art. 148 del Codice delle assicurazioni introducendo un’inedita improcedibilità della domanda per ‘sospetto’ di frode, sulla base di autonome valutazioni discrezionali dell’assicuratore. Vale a dire che è stato dato potere all’assicuratore, una parte privata senza rilievo pubblicistico, di impedire al danneggiato di agire in giudizio per ulteriori sessanta giorni in aggiunta all’ordinario spatium deliberandi già previsto dalle norme generali (art. 145 CDA).
Già nel testo licenziato dalla Camera era stato modificato l’art.148 abolendo il controllo dell’Ivass sulla possibilità per l’assicuratore di non proporre l’offerta risarcitoria, eliminando dalla norma anche la facoltà per il danneggiato di eseguire l’accesso agli atti per verificare le ragioni del diniego all’offerta. Ora, abolito il controllo dell’Ivass, si impedisce addirittura l’esercizio di una facoltà costituzionalmente garantita (art. 24 Cost.) favorendo atteggiamenti dilatori”. Perrini e Montozzi ribattono, infine, sempre alla risentita discesa in campo di Marino e Tomaselli, in difesa dell’emendamento “abbatti risarcimenti” presentato dal senatore Francesco Scalia che, se approvato, porterebbe all’eliminazione del risarcimento del danno morale nei macro danni.
“I senatori Marino e Tommaselli sia sul Fatto Quotidiano che sul quotidiano locale del Frusinate “La Provincia” – difendono la proposta di Scalia, perchè tesa a ‘promuovere una semplificazione della determinazione del danno e una riduzione del contenzioso’. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti, il testo dell’emendamento è chiarissimo come indiscutibile sarebbe il risultato della sua approvazione: pagare meno i danneggiati riducendo di un terzo i risarcimenti. Cosa che non ha ovviamente alcuna attinenza con la certezza del diritto e con la riduzione del contenzioso. È certamente legittimo – concludono Perrini e Montozzi – che le imprese assicurative perseguano i propri interessi ma altrettanto legittimo è richiedere ai parlamentari un’assunzione chiara di responsabilità politica; vale a dire che si abbia il coraggio politico di dire che si vogliono tagliare i risarcimenti e non ci si nasconda dietro inconsistenti e populistiche giustificazioni”.