IL CORRIERE DELLA SERA
Lanzillotta: «Energia, farmaci e taxi, la concorrenza perde pezzi»
La senatrice Lanzillotta (Pd): il ddl «viaggia a scartamento ridotto». E sui grandi temi «non ci sono norme che stimolano davvero la competitività del sistema»
Il ddl concorrenza «viaggia a scartamento ridotto e piano piano perde vagoni, mentre servirebbero norme efficaci per gli obiettivi che si è posto il governo per una vera crescita. Ci vorrebbe più coraggio per aprire i mercati in tanti settori». La senatrice Linda Lanzillotta (Pd) commenta così il provvedimento, promosso dal governo nel lontano febbraio 2015, che dopo il sì della Camera è da mesi all’esame del Senato.
Come giudica le norme? «Sono insufficienti e non mi sembra che abbiano una forte carica innovativa. Anche l’Ue ha rimproverato all’Italia la carenza di competitività e liberalizzazioni che rende inefficienti i servizi pubblici e aumenta i costi per i cittadini e per lo Stato».
Lei al Senato ha presentato alcuni emendamenti: che fine hanno fatto?«Sul settore energia io ho sostenuto una proposta del collega Massimo Mucchetti di mettere a gara, su base regionale, i clienti che entrano nel mercato libero per aumentare la concorrenza e abbassare i prezzi, ma mi sembra che questa proposta sia stata scartata. Stesso discorso per i farmaci di fascia “C” che, secondo me, potrebbero essere venduti anche nelle parafarmacie dei grandi Comuni. E sulle società di professionisti (architetti e geometri) avevo proposto, con poca fortuna, la razionalizzazione e la rimozione degli ostacoli previdenziali e fiscali, a saldi invariati di gettito».
Crede che sia necessario modificare le regole per i noleggiatori con conducente? «L’eliminazione di alcuni vincoli è di certo utile per stimolare la concorrenza soprattutto nei grandi Comuni. So che il governo ci sta ragionando. E se passano le norme sugli ncc, viene agevolato anche Uber. Ma su “Uber Pop” (che permette a chiunque di fare l’autista part time, ndr) a garanzia degli utenti, io ho proposto un emendamento che imponeva requisiti di sicurezza e professionalità, ma le norme sono state bocciate».
Serve chiarezza anche nel settore turistico.«Gli hotel non possono direttamente fare sconti superiori a quelli proposti dalle piattaforme online: altrimenti fallirebbero subito i portali web che fanno conoscere nel mondo soprattutto i piccoli alberghi».
A conti fatti il ddl ha poche luci e tante ombre?«Sui grandi temi non ci sono norme che stimolano davvero la competitività del sistema. Se i servizi costano meno, aumenta il reddito per il cittadino che può risparmiare e magari aumentare i consumi. La concorrenza non è un’ideologia, ma uno strumento che crea più giustizia sociale e spinge la crescita».