IL SOLE 24 ORE
L’ANALISI
Per rispondere ai rilievi Ue serve aprire nuovi settori
di Carmine Fotina
Questione di tempi o di contenuti? La valutazione sulla prima legge annuale per la concorrenza non può che contenere in sé entrambi questi elementi, come evidenziato tra l’altro in modo chiaro dalle raccomandazioni trasmesse dalla Commissione europea. La sequenza di alcune date spiega da sola la richiesta Ue di «adottare e implementare rapidamente la legge ancora in sospeso». Con il testo adottato ormai 15 mesi fa il governo ha ottemperato per la prima volta alla legge sviluppo del 2009 che gli impone di presentare un disegno di legge ogni anno. Solo il 3 aprile 2015, però, il provvedimento è stato presentato in Parlamento, il 6 maggio è iniziato l’esame in commissione Attività produttive della Camera e il via libera dell’Aula di Montecitorio è arrivato il 7 ottobre. Una settimana dopo è iniziato l’esame della commissione Industria del Senato, dove il ddl ancora giace a distanza di sette mesi. Complice, tra le altre cose, l’assenza per oltre un mese di un ministro titolare allo Sviluppo economico l’obiettivo fissato dal Def-Pnr – approvazione definitiva entro giugno – è già saltato.
Nelle settimane di lavoro parlamentare condotto giocoforza a singhiozzo sono state apportate modifiche in quasi tutti i settori interessati dalla legge, talvolta – sottolinea la Commissione – «indebolendo le misure, ad esempio nelle professioni». Continua a far discutere lo schema che porterà alla fine del mercato tutelato dell’energia a partire dal 2018, che secondo il presidente della commissione Industria Massimo Mucchetti in realtà rischierà di danneggiare i consumatori.
Nel mezzo dell’esame un clima troppo spesso da incontro di boxe sui temi più popolari come le tariffe Rc auto, le farmacie, i taxi. Non senza qualche clamorosa retromarcia, come la decisione faticosamente concordata dai ministri Delrio, Boschi e Guidi – di fronte alla minaccia dello sciopero proclamato dai tassisti lo scorso 18 marzo – di ritirare gli emendamenti che avrebbero aperto anche se parzialmente il mercato a piattaforme come Uber. Se ne riparlerà solo con una legge delega.
Le prossime settimane, intervallate dalla pausa per le elezioni amministrative, diranno davvero se governo e maggioranza intendono cambiare passo. Nemmeno il tempo di andare in vacanza e arriverà la controprova, perché sarà già ora di presentare la nuova legge annuale, quella del 2016. La Commissione si aspetta nuovi interventi in settori che giudica «iperprotetti o sovraregolati» – professioni, sanità, commercio, concessioni per porti e aeroporti, trasporti locali compresi i taxi – e di fronte a questa richiesta dal tono categorico difficilmente basterà qualche ritocco di superficie.