IL SOLE 24 ORE
Ddl concorrenza. Delega al governo per l’obbligo di «scatola nera» sulle auto – Tetto per le farmacie controllate da società di capitali
Semplificazioni, salta la norma «srl senza notaio»
Roma. La legge concorrenza riparte con un pezzo in meno. Dopo la lunga pausa per le elezioni amministrative, in commissione Industria al Senato ieri sono stati soppresse le norme che avrebbero semplificato alcune procedure a carico delle società a responsabilità limitata e che ormai da mesi rappresentavano uno dei punti più combattuti del provvedimento.
Nel frattempo i relatori Luigi Marino (Ap) e Salvatore Tomaselli (Pd) hanno presentato ulteriori emendamenti sui temi Rc auto, farmacie e gas.Nel dettaglio, nel campo delle assicurazioni, viene proposta una delega al governo di 12 mesi per disporre l’ installazione sui mezzi di trasporto delle “scatole nere”: prima sui veicoli che svolgono servizio pubblico o che beneficiano di incentivi pubblici e, successivamente, sulle auto private. Per quanto riguarda le farmacie, le società di capitali potranno averne il controllo, ma dovranno rispettare un tetto del 20% di quelle presenti nella stessa regione o provincia autonoma. In materia di distribuzione di gas, invece, l’Authority per l’energia potrà definire procedure semplificate di valutazione dei bandi di gara. Potrebbe invece essere presentato nei prossimi giorni un emendamento governativo per prorogare di tre mesi il contratto di servizio della Rai e avere il tempo di definire i contenuti del nuovo contratto con una consultazione pubblica e con una durata allungata, forse fino a 10 anni.
Rinviato per ora il voto sui controversi subemendamenti gemelli di Francesco Marinello e Aldo Di Biagio (Ap) e Salvatore Margiotta (Pd) che vanno a modificare la legge antitrust del 1990 con un impatto dirompente: cadrebbe l’obbligo per le imprese pubbliche in monopolio “naturale” che entrano in un nuovo mercato di rendere accessibili ai concorrenti «beni o servizi, anche informativi» a «condizioni equivalenti». Fumo negli occhi per chi come Telecom punta ad accedere a infrastrutture o informazioni di Enel Distribuzione nella guerra sulla banda ultralarga o, come H3G, mira ad accedere agli sportelli di Poste italiane per vendere servizi di telefonia mobile.
Tornando alle Srl, la votazione di ieri va in direzione opposta rispetto ai recenti appelli di Bruxelles all’Italia ad avere più coraggio sul mercato delle professioni. Il governo si è rimesso all’orientamento della commissione Industria che ha votato la soppressione, con una decisione che era stata peraltro caldeggiata dal procuratore nazionale antimafia Franco Roberti nel denunciare un azzeramento dei sistemi di controllo che avrebbe aperto «un varco formidabile alle organizzazioni mafiose negli appalti».
Il primo dei due articoli cancellati consentiva la possibilità di costituire una Srl «semplificata» anche mediante scrittura privata, quindi senza il passaggio dal notaio, fermo restando l’obbligo di iscrizione presso il registro delle imprese. Il secondo articolo soppresso, invece, riguardava tutte le srl, non solo quelle semplificate, consentendo la sottoscrizione per via digitale dei contratti per il trasferimento di quote e la costituzione sulle stesse di diritti parziali.
Archiviato il nodo Srl-notai, l’esame in Senato ha visto il governo battuto sull’approvazione di un emendamento Pd che consente agli agrotecnici di redarre e sottoscrivere atti catastali sia urbani che catastali. Un piccolo incidente ma anche l’ennesimo segnale di difficoltà di un testo adottato dal governo ormai 17 mesi fa e in diversi punti depotenziato. Non è un caso che il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella abbia preannunciato una segnalazione per suggerire all’esecutivo di varare il prossimo provvedimento annuale con un decreto anziché con un disegno di legge, che «si presta a interventi delle lobby che portano a indebolire le norme di maggiore impatto». Carmine Fotina