ITALIA OGGI
Corrispettivi ai curatori poco congrui
Semaforo verde (ma con modifiche) di commercialisti e avvocati al nuovo registro elettronico delle procedure di espropriazione forzata immobiliari, delle procedure d’insolvenza e degli strumenti di gestione della crisi, che verrà istituito presso il ministero della giustizia. E rivendicazione del ruolo dei professionisti nelle procedure fallimentari, sottolineando, però, come «non vi sia congruità» nei corrispettivi assegnati ai curatori. A esprimere osservazioni ieri, in audizione nella commissione finanze del senato, il Consiglio nazionale dei commercialisti, l’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua) e l’Associazione nazionale forense (Anf), chiamati a valutare il decreto 59/2016, testo imperniato anche sulle misure in favore degli investitori in banche in liquidazione, capitolo che, ha detto il segretario dei commercialisti Achille Coppola, «renderebbe necessaria un’approfondita riflessione sui criteri impiegati per individuare i risparmiatori che possono chiedere l’indennizzo al Fondo interbancario di tutela e, più che altro, una disamina sulle problematiche riguardanti la gestione degli istituti di credito che, se incentrata su prudenza, coerenza, diligenza e ragionevolezza potrebbe evitare ricadute disastrose su investitori e consumatori». Quanto al registro che vedrà la luce nel dicastero di via Arenula, le informazioni e i documenti che vi verranno immessi saranno, ha aggiunto, utili per «agevolare la creazione di un vero mercato dei crediti deteriorabili, sotto la vigilanza di Banca d’Italia».
A giudizio della delegazione dell’Oua, guidata dal segretario Stefano Radicioni, pure le informazioni relative alle espropriazioni presso terzi, «indubbiamente di interesse degli intermediari finanziari e bancari», dovrebbero finire nel registro, «se si pensa che, spesso, il terzo pignorato è proprio uno tra loro».
Infine, il segretario generale dell’Anf Luigi Pansini si è detto «stupito» che il decreto 59 venga esaminato «in commissione finanze, e non in commissione giustizia», considerato il suo contenuto «espressamente processuale» e appare «anomalo» la sua stesura sia avvenuta nei ministeri dell’economia e dello sviluppo economico. Il testo, comunque, ha concluso, sembra fatto per «favorire essenzialmente il ceto bancario». Simona D’Alessio