DECRETO BANCHE: Dl banche, platea più ampia per i rimborsi (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Diritto dell’economia. Da oggi il decreto legge con le misure sugli istituti di credito in default in aula al Senato: verso il via libera con la fiducia
Dl banche, platea più ampia per i rimborsi
Calcolo più favorevole del limite di reddito di 35mila euro per l’ammissione al recupero

Milano. Da oggi il decreto legge banche sbarca all’esame dell’Aula del Senato. La commissione Finanze ha protratto le votazioni sugli emendamenti in seduta notturna con un rush finale provocato anche dalla chiusura di Palazzo Madama per tutta la prossima settimana causa ballottaggi. Probabile poi che il testo passi con il voto di fiducia.
La giornata di ieri ha fatto registrare l’apertura del Governo su due emendamenti, entrambi poi approvati, che avranno come conseguenza una cauta estensione della platea degli obbligazionisti delle quattro banche in default che potranno accedere al rimborso. Con un tetto fissato all’80% dell’investimento a patto che il risparmiatore abbia un patrimonio mobiliare inferiore a 100mila euro o reddito personale lordo non superiore ai 35mila.
Pierpaolo Baretta, sottosegretario del Mef, ha sottolineato che il primo intervento riguarda l’interpretazione del criterio del reddito, che andrà inteso come «reddito complessivo». Definito, cioè, ha spiegato la prima firmataria dell’emendamento, Cecilia Guerra (Pd), come «somma di tutti i redditi che entrano nella dichiarazione Irpef, ante imposte». L’emendamento, ha tenuto a precisare Guerra, è stato presentato per dare certezza interpretativa alla definizione di reddito: quello complessivo si distingue dal reddito lordo, visto che quest’ultimo è rappresentato dalla somma di tutti i redditi, anche di quelli che non rientrano nell’Irpef, come ad esempio i redditi finanziari, il Tfr o gli arretrati sugli stipendi. «Il reddito complessivo è più favorevole al contribuente» ha dunque aggiunto la senatrice Pd ricordando inoltre che «tra gli italiani che presentano la dichiarazione dei redditi i contribuenti con un reddito complessivo al di sotto dei 35.000 euro sono l’88,7%».
Il secondo emendamento, ha aggiunto Baretta, «assume come anno di riferimento il reddito 2014 anziché il 2015». Il che, ha sottolineato, «allarga ulteriormente la platea» di coloro che avranno accesso automatico agli indennizzi. «Nel negoziato con la comunità europea – ha ricordato ancora Baretta – si è definito che i due criteri di accesso, i 100mila euro di patrimonio e i 35mila di reddito sono indipendenti tra loro. Il che significa che se si produce un reddito Irpef all’interno dei 35.000 euro si ha accesso al rimborso automatico dell’80% indipendentemente dal patrimonio». Questi due aspetti, ha sottolineato il sottosegretario, determinano una platea amplissima di accesso ai rimborsi automatici.
Un’altra novità approvata dà più tempo per l’istanza di erogazione: sei mesi invece di quattro dalla data di entrata in vigore della legge di conversione. Inoltre nell’istanza non dovrà più essere presentata copia della richiesta di pagamento, alla banca in liquidazione, del credito relativo agli strumenti finanziari subordinati.
Tensioni poi sul patto marciano. Un emendamento approvato ieri stabilisce che l’imprenditore che ha già rimborsato l’85% del finanziamento ricevuto avrà tre mesi in più di tempo per sanare un eventuale inadempimento. La misura prevede infatti che l’inadempimento scatta non dopo nove ma dopo 12 mesi dal mancato pagamento di tre rate anche non consecutive. Contestata invece la mancata estinzione del debito residuo quando la perizia sul bene oggetto del patto determina un valore inferiore al debito stesso. Il termine entro cui le banche dovranno versare il canone per il primo esercizio del nuovo Dta (deferred tax asset, imposte differite attive) sarà posticipato al prossimo 31 luglio. Giovanni Negri

Foto del profilo di Andrea Gentile

andrea-gentile