DECRETO BANCHE: Procedure concorsuali, al via esame emendamenti (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Procedure concorsuali, al via esame emendamenti

Tempi stretti sulla conversione in legge del decreto che ripensa alle procedure esecutive e concorsuali d’impresa. Patto marciano e pegno non possessorio finiscono spalle al muro, così come il concetto di inadempimento, che, sei mesi dopo il mancato pagamento di tre rate anche non consecutive del debito in essere, dà possibilità alla banca di espropriare il bene. Rischio: tagliare le gambe anzitempo a imprese in difficoltà provvisoria. Sono questi alcuni dei punti toccati dal dl 59/2016, attualmente in fase di discussione in senato per la conversione in legge. Il termine per la presentazione degli emendamenti al testo andato in Gazzetta lo scorso 3 maggio è scaduto ieri alle 18. Questi, come spiegato dal presidente Mauro Maria Marino, saranno oggi trasmessi alla V commissione per la valutazione. Se non verranno poste questioni, martedì prossimo relatori e governo avranno facoltà di replica, con votazione attesa già nel pomeriggio di mercoledì. Il via libera al testo è invece calendarizzato per il 7 giugno. Dalle audizioni svolte martedì è emerso che il decreto, contenente anche le regole per il ristoro dei risparmiatori coinvolti nel salvataggio di Banca Marche, Etruria, CariChieti e CariFerrara, presenta zone d’ombra riguardo all’art. 1, che prevede la possibilità di costituire pegno non possessorio su beni mobili utili all’attività d’impresa, e all’art. 2, relativo ai finanziamenti all’impresa garantiti dal trasferimento di un bene immobile (o diritto immobiliare). Tra le questioni sollevate, il fatto che l’applicazione della disciplina sul pegno non possessorio dovrà evitare l’insorgere di ingiustificate richieste di adeguamento della nuova garanzia sul finanziamento in essere. Resta poi da chiarire se per i rapporti in essere, qualora le parti decidano di sostituire il bene inizialmente dato in garanzia, sia necessaria la stipula di un atto notarile. Infine, la richiesta di allungamento dei termini di inadempimento entro i quali la banca potrà agire espropriando l’immobile all’impresa (sei mesi dalla scadenza di almeno tre rate mensili anche non consecutive o sei mesi dalla scadenza di una rata di durata maggiore al mese) e la possibilità di rendere inattivabile il patto marciano qualora il debito residuo sia inferiore al 10/20% del fido originario. Gloria Grigolon

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