LIBERO
La casta si fa la legge
Pene più dure a chi diffama giudici e politici
Peggio di una legge sbagliata c`è una legge che è pure inutile, perché c`era già. Antefatto: la commissione Giustizia del Senato ha passato una norma
per aggravare la diffamazione commessa contro magistrati o politici eletti; in pratica la commissione (compresi i grani, che come al solito hanno votato senza capirci niente) ha previsto pene o sanzioni maggiorate per tutta una serie di potenziali “atti ritorsivi` tra i quali c`è appunto il reato dei giornalisti per eccellenza, la diffamazione.
L`obiettivo è cristallizzare ciò che – forse non è chiaro – già succede: cioè che le querele dei magistrati e dei politici vadano in corsia di sorpasso e tendano
a essere vincenti, ma soprattutto tendano a risarcire il diffamato con cifre superiori a ogni altra categoria. E qui non si sa se prendersela appunto
coi magistrati e i politici eletti, che con questa legge si rifanno casta, o coi giornalisti che ora fingono sorpresa per qualcosa che è già prassi: a dimostrarlo, infatti, ci sono fior di studi che Libero e Il Giornale pubblicano da una ventina d`anni. Ordunque: i più tutelati, per condanne e risarcimenti ottenuti, restano i magistrati le cui querele per diffamazione viaggiano in corsia di sorpasso con la massima naturalezza, anche senza tirare in ballo una vecchia circolare del Csm (la n. 5245 dell`I l giugno 1981) che teorizza “la trattazione più sollecita” dei procedimenti riguardanti le toghe. Ma a parte questo: se è vero che la nuova legge tende a tutelare il “corpo politico e amministrativo” dello Stato, vediamo che in passato la legge ordinaria già lo tutelava, perché tra le categorie più risarcite, subito dopo i magistrati, c`era e c`è la categoria un po` generica delle “persone giuridiche” (49,2 mila euro di media) e poi militari e polizia (34,4 mila euro) e poi finalmente i politici con 30,5 mila euro: assai di più di altre categorie come imprenditori, giornalisti, attori, sportivi e semplici cittadini, quelli cari ai Cinque Stelle. Questi dati provengono da uno dei periodici e puntuali studi dell` avvocato Vincenzo Zeno-Zencovich, ma, se non bastasse, c`è la ricerca sulla diffamazione a
mezzo stampa curata dallo studio legale Martinez-Novebaci di Milano: in sostanza analizzò le sentenze di 162 cause civili e 245 cause penali (comprese le transazioni) scaturite dalla pubblicazione di articoli e libri che la Mondadori, prima casa editrice italiana, aveva pubblicato nel periodo 2000-2007. Ecco: prendendo in esame le varie categorie risarcite, vediamo che i
magistrati avevano i risarcimenti più alti rispetto a ogni altra categoria (entità media del risarcimento: 35.706 euro) seguiti a ruota dai politici (26.145
euro). Mentre, in caso di transazione, i magistrati beccavano mediamente 43.914 euro e apolitici 30.987. I magistrati vantavano poi il primato nelle accoglienze delle domande di risarcimento e delle transazioni che
li riguardavano. Le cause dei magistrati, come detto, risultavano peraltro le più veloci, anche se di poco: 42 mesi contro i 39 dei politici. Nel penale, transazione comprese, la musica non cambiava. Ora il Governo la mette direttamente in partitura. Filippo Facci