IL CORRIERE DELLA SERA – Roma
Scioglimento breve del matrimonio,
il record di istanze da coppie over 65
Lun.13 – I matrimonialisti le hanno già ribattezzate le «vedove della pillola blu», anche se vedove è per fortuna solo una drammatizzazione della fine della vita a due quando ormai nulla di terreno sembrava poterla interromperla. Il 20 per cento delle richieste di divorzio breve presentate dall’entrata in vigore della nuova legge arriva da coppie over 65. Quelle dove la sindrome di Peter Pan, risvegliata dalla chimica farmaceutica, ha prevalso, negli istinti del marito, sul fascino romantico del viale del tramonto percorso mano nella mano con la compagna di sempre.
Decine di contatti negli studi legali di Prati, Trionfale e Flaminio. La valutazione che gli avvocati divorzisti fanno sui tempi che si accorciano in caso di scioglimento consensuale del vincolo oscilla tra i valori «rivoluzione» e «svolta epocale» sulla scala dell’entusiasmo. Una novità tanto attesa che negli studi legali di tutta Roma erano già pronti da settimane gli incartamenti necessari a decine di coppie per chiedere l’udienza che in un’unica convocazione ufficializza quello che nei fatti è già chiaro alla coppia che non si ama più. L’afflusso di telefonate e richieste di appuntamenti negli uffici di Prati, Trionfale, Flaminio e di tutto il distretto delle toghe ha confermato le attese. «I dati completi sul numero di richieste arrivate e ottemperate ancora non ci sono – spiega l’avvocato Gian Ettore Gassani, studio in via Cola di Rienzo e presidente dell’Associazione matrimonialisti d’Italia – ma solo perché c’è chi si rivolge al giudice, chi agli avvocati, chi agli uffici comunali (le tre vie indicate dalla legge, ndr.) ed è difficile mettere tutto assieme».
«Dopo la crisi del settimo anno, adesso c’è quella del settimo giorno». Indicazioni di massima sono però già desumibili. Il profilo medio di chi divorzia è 44 anni lui – 41 anni lei con pochi anni di matrimonio alle spalle. Ma, fatto salvo il dato sull’età, è estremamente frastagliata la tipologia di chi sta usufruendo della nuova legge. C’è la coppia appena rientrata dal viaggio di nozze e quella a cui è appena nato un figlio. Quella che già viveva separata e quella che non aspettava altro che potersi rifare una vita ma si era scoraggiata di fronte alla sempre temuta burocrazia. «Se prima si parlava di crisi del settimo anno, oggi siamo alla crisi del settimo giorno», spiega Gassani. Una svolta che arriva a completare idealmente una rivoluzione cominciata più in silenzio con l’introduzione della negoziazione assistita a settembre 2014 (in vigore dal febbraio 2015).
Il 98% delle coppie in via di separazione non torna indietro. Attenzione però ad attribuire la causa di tutto alla nuova legge. «Il divorzio breve non fa altro che semplificare le pratiche in caso di scioglimento consensuale ed evitare litigiosità infinite che purtroppo spesso finiscono in tragedia», precisa l’avvocato. Un altro dato arriva in soccorso, più di ogni altra cosa, a questa lettura dei fatti: il 98 per cento delle coppie, di qualunque età o anzianità matrimoniale, una volta intrapresa la strada della separazione non torna indietro e va avanti fino al divorzio. Semplificare e velocizzare questo percorso sembra la scelta più sensata. Uno dei punti più apprezzati della legge è la sua retroattività. Cioè le coppie che hanno già due anni di separazione consensuale alle spalle possono immediatamente rivolgersi a un giudice per divorziare senza ulteriori attese.
La separazione chiesta dalle donne, il divorzio dagli uomini. Il caso più singolare finito sul tavolo di uno studio legale romano è quello di una coppia «atipica», lui 90 anni e lei 80. Una statistica «a specchio» racconta una dinamica sociale in parte già nota. Ossia, se la separazione è chiesta nel 60% dei casi dalle donne, la richiesta di divorzio parte nel 60% dagli uomini, più pronti o forse con una strada più facile davanti, ad accasarsi altrove. Tra i primi a presentarsi davanti al giudice nella Capitale è stata una coppia di impiegati. Sposati nel 2009, separati consensualmente dal settembre 2013, lei ha 37 anni, lui 45 anni e hanno un figlio di 5 anni.
Senza figli e beni comuni, basta pagare 16 euro per dirsi addio. Ma l’altra definizione in voga tra i matrimonialisti è che, come il morbillo, il divorzio breve è trasversale. Non conosce, cioè, alcuna differenza di censo o di età. Le nuove norme, con i tempi accelerati, si applicano ai casi di separazione consensuale, non a quelle giudiziali. In caso non ci siano beni in comune e figli, tutto si risolve con il pagamento di 16 euro davanti a un comune ufficiale di stato civile del proprio municipio di appartenenza. Quanto al tanto temuto intasamento dei tribunali per effetto delle 200 mila cause previste nei primi mesi, a Roma, finora, non c’è stato. «Complice l’entrata in vigore a ridosso dell’estate, che fa rimandare tutto a dopo le vacanze, ma complice anche la facilità della procedura – spiega il presidente dell’Ami – . Divorziare in modo consensuale, oggi, è un gioco da ragazzi». Fulvio Fiano