IL SOLE 24 ORE
Dl enti locali. Nel decreto approvato alla Camera novità per gli amministratori – Indennizzi in caso di assoluzione o archiviazione
Spese legali rimborsate ai sindaci
MILANO. Tornano i rimborsi per le spese legali sostenute da sindaci, assessori e consiglieri che vanno sotto processo per cause legate all’esercizio del loro mandato e ne escono con un’assoluzione o un’archiviazione. A riportare in campo gli indennizzi a carico dell’amministrazione locale di appartenenza è la legge di conversione del decreto legge enti locali approvata martedì al Senato, e ora attesa alla Camera dove nelle intenzioni di Governo e maggioranza dovrebbe ottenere una semplice ratifica per evitare un altro passaggio a Palazzo Madama.
Fino a ieri la possibilità di vedersi rimborsate le spese legali era appesa a un’interpretazione estensiva di un regolamento del 1987 (articolo 67 del Dpr 268/1987, tra l’altro abrogato nel 2012) relativo ai dipendenti pubblici, e questa fragile base era stata spazzata via dalla sentenza 5264/2015 della Cassazione: sindaci, assessori e consiglieri, avevano spiegato i giudici, non sono dipendenti della Pubblica amministrazione, quindi la tutela legale va esclusa.
La legge di conversione del decreto enti locali riprende in mano la questione (si veda anche «Il Sole 24 Ore» del 27 luglio) e fissa tre condizioni per attivare la tutela, possibile ovviamente solo quando il si chiude in modo favorevole per il diretto interessato, con un’assoluzione o un provvedimento di archiviazione: i fatti al centro del giudizio devono essere collegati da un «nesso causale» con le funzioni esercitate dall’amministratore locale, non si devono affacciare conflitti di interesse con l’ente di appartenenza e deve essere assente dolo o colpa grave. In questi casi, il rimborso non è comunque automatico ma «ammissibile», e non può superare i parametri dei compensi legali fissati dal decreto del ministero della Giustizia.
Dal punto di vista dello status degli amministratori locali questa è la novità più rilevante in arrivo dagli interventi raccolti nel maxiemendamento approvato a Palazzo Madama, che si occupa anche di questioni di dettaglio: una di queste, conseguenza di alcuni casi scoppiati in Campania nelle ultime amministrative, permette a un sindaco uscente di candidarsi in un altro Comune quando le elezioni nei due enti sono «contestuali».
Quello sugli amministratori è solo uno dei tanti capitoli affrontati dal provvedimento, che ieri ha incontrato la soddisfazione del presidente dell’Anci Piero Fassino per «le molte misure positive», dalla replica del Fondo Tasi alle risorse per ammorbidire l’impatto della nuova perequazione nei piccoli Comuni, fino all’abolizione generalizzata dell’obolo del 10% da girare allo Stato in caso di alienazioni di patrimonio. Novità positive che, naturalmente, non chiudono la partita in vista di una legge di stabilità che si preannuncia ricchissima di interventi. Gianni Trovati