EUROPA: Giustizia e tecnologia, l’Italia sul podio in Europa (Italia Oggi Sette)

ITALIA OGGI SETTE

Il report della commissione per la valutazione dell’efficienza degli uffici giudiziari
Giustizia e tecnologia, l’Italia sul podio in Europa

Lun.5 – Nella classifica dei punteggi ottenuti dagli stati membri del Consiglio d’Europa sul livello globale di sviluppo dell’information technology (It) tra i suoi uffici giudiziari, l’Italia insieme a Francia, Svezia, Monaco e Svizzera, si guadagna un buon sette. Un punto in più dell’Irlanda e uno in meno della Lettonia a quota otto con Estonia, Finlandia, Spagna, Slovenia, Macedonia, Turchia e Israele, sopra svettano solo i nove di Austria e Germania.
Sono i punteggi del report elaborato dalla Cepej, la commissione per la valutazione dell’efficienza degli uffici giudiziari degli stati membri del Consiglio d’Europa, sull’Information technology e sul suo uso negli uffici giudiziari dei 46 paesi membri del Consiglio d’Europa. È durato un anno il lavoro della commissione che ha portato all’adozione del rapporto da parte della Cepej nell’assemblea plenaria di Strasburgo del 30 giugno e 1° luglio 2016 di cui entro la fine dell’anno si attende la pubblicazione delle linee guida sull’uso dell’It da parte del gruppo di lavoro sulla qualità della giustizia.
Il metodo. Entro il mese di maggio ogni paese è stato a chiamato a rispondere sulla base di un set tematico predefinito dalla commissione: assistenza diretta a giudici, pubblici ministeri e amministrativi, amministrazione e management dell’ufficio, comunicazione interna tra gli uffici e gli operatori professionali ed esterna al cittadino e altri aspetti come l’organizzazione e l’amministrazione dei sistemi informativi e di sicurezza insieme protezione dei dati personali. Quindi, le risposte arrivate sono state distribuite in cinque grandi aree: dotazione It, strategia e nuova area di analisi, inquadramento legale per l’uso dell’It, livello di investimenti del paese in strumenti per migliorarne l’efficienza e la qualità. Sulla base delle risposte arrivate con l’unica eccezione di Liechtenstein e San Marino, la Cepej ha così elaborato degli indici di sviluppo relativi alle tematiche emergenti dalle risposte di ognuno dei paesi rispondenti. «Indici che, spiega il rapporto, non sono dei rating ma misurazioni delle rispettive dotazioni, sviluppo e uso dell’It paese per paese. Ogni risposta è stata classificata con un indice da 0 a 4.
Il dato italiano. Due in dotazioni e inquadramento legale segno di uno «sviluppo in progress» e tre in capacità organizzativa, altrimenti definita governance. Sono le tre voci che hanno permesso all’Italia di raggiungere la media del sette in livello di sviluppo dell’It. Il nostro è un livello alto di dotazioni informatiche ma non investiamo proporzionalmente nell’informatizzazione visto che spendiamo 1,3 euro o meno per cittadino. Segno questo che la dotazione It può non essere collegata e con il livello di investimento finanziario e con il livello del pil a una certa data. Oltretutto, a fronte di paesi paper-less come la Francia, noi, invece, insieme ad altri cinque stati, continuiamo a mantenere accanto alla copia digitale di un atto processuale anche quella cartacea.
Conclusioni. Il mondo dell’It ha reso possibile il miglioramento dell’efficienza e della qualità dei sistemi giudiziari. Resta comunque il fatto, spiega il rapporto, che «non ci sono collegamenti diretti tra il mondo dell’It e i buoni risultati riflessi in indicatori di efficienza rappresentati dal rapporto tra procedimenti definiti e procedimenti sopravvenuti, clearance rate, e dal tempo a disposizione. La considerazione di altri fattori aggiuntivi può aiutare a spiegare le tendenze osservate: quando l’informatizzazione non è associata a una specifica organizzazione appare meno efficiente anche se va detto che gli stati con un indice It altamente sviluppato non sono necessariamente i più efficienti. Indice, questo, che invece di essere un mero strumento nelle mani degli uffici, ha bisogno di una sua integrazione in un processo organizzativo a performances che accoppiato a una politica di cambiamento del management che coinvolga tutti gli interessati, potrebbe essere un fattore di successo. L’It, conclude il rapporto, è essenziale ma non è la sola chiave verso il miglioramento delle performance». Marzia Paolucci

Foto del profilo di Andrea Gentile

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