LA STAMPA
Via libera del governo italiano al casellario giudiziario europeo
ROMA. Ci sono voluti sette anni, ma finalmente anche l`Italia si adegua. Anche noi entriamo nel sistema «Ecris» per lo scambio telematico di informazioni sui casellari giudiziari. In questa Europa che fatica a dialogare,
infatti, capita ancora oggi che un cittadino comunitario finisca sotto processo da straniero e che il tribunale non conosca i suoi precedenti penali nel Paese d`origine o in altri. Troppo spesso è sufficiente trasferirsi da un Paese all`altro per apparire incensurati. Con «Ecris», invece, la storia di ogni singolo imputato, i suoi reati piccoli o gravi, e perfino gravissimi come il terrorismo, saranno a disposizione dei magistrati di ogni Paese con un click. In termini pratici, il sistema «Ecris» prevede un software comune tra tutti i Ventotto e un`interconnessione elettronica. Non si toccano le singole banche-dati nazionali (per l`Italia, l`ufficio del casellario giudiziario presso il ministero della Giustizia), ma le si uniformano con un programma uguale per tutti e le si mettono a disposizione dei partner. Non è più tempo, infatti, di macchinose rogatorie. Il Paese che ha emesso la condanna, inoltre, dovrà registrare la cittadinanza della persona condannata e comunicare al Paese di cittadinanza i dati relativi a qualsiasi nuova condanna che lo colpisca. Il Paese destinatario a sua volta dovrà conservare le informazioni ricevute al fine di rispondere alle future richieste di informazioni sulle condanne dei propri cittadini. La globalizzazione e la libertà di movimento dei cittadini europei sta mettendo in crisi le tradizionali comunicazioni giudiziarie. Le prime avvisaglie dei problemi risalgono al 2004. Da allora sono passati 12 anni, ma finalmente c`è un` interfaccia comune e una interconnessione.
Tutti i Paesi membri, e ora che il Consiglio dei ministri ha licenziato il relativo decreto legislativo anche l`Italia, sono naturalmente tenuti anche ad aggiornare tempestivamente il proprio casellario giudiziario per via informatica, a metterlo a disposizione delle magistrature dei Paesi membri, e soprattutto ad utilizzare il formulario europeo standardizzato che è stato messo a punto a Bruxelles. Quest`ultima, dal punto di vista culturale, è forse la novità più importante. Il ministero della Giustizia è chiamato a confrontare l`elenco dei reati e delle pene applicabili allegati alla Decisione quadro europea, risalente al 2009, con le fattispecie penali vigenti nel nostro ordinamento. Un passo in avanti verso la creazione di uno spazio giuridico europeo che molti non amano. FRANCESCO GRIGNETTI