IL CORRIERE DELLA SERA
ORMAI NELLE SEPARAZIONI SI LITIGA DI PIU’ PER GLI ANIMALI CHE PER LE CASE
I divorzi con il cane, il giudice stabilisce visite e alimenti
Brambilla: ora una legge è diventata necessaria
Una famiglia felice: lei, lui e il cane. Poi, le prime crepe, i litigi e la situazione che precipita sino alle carte bollate per la separazione. Un amore però resta granitico: quello per Lulù, un golden retriever. Così, due quarantenni della provincia di Pavia hanno chiesto ai propri avvocati di concordare un piano dettagliato non solo per spartire la casa o le auto ma anche per Lulù. Il giudice, emettendo il decreto di omologazione, ha stabilito che il cane resterà all’ex moglie, ma lui verserà gli «alimenti» anche per contribuire al suo mantenimento. In compenso potrà vederlo su appuntamento. Casi simili stanno diventando sempre più frequenti nelle aule di giustizia.
A marzo, a Roma, due coniugi in fase di separazione hanno discusso su chi dovesse tenere il proprio terranova. Lui sosteneva che l’animale avrebbe sofferto nel suo nuovo monolocale dove era andato a vivere. Così l’ex moglie, oltre a ottenere la casa con giardino, ha avuto gli alimenti anche per il cane. L’ex marito inoltre dovrà, ogni 15 giorni, riparare gli eventuali danni fatti in giardino dal giocoso animale. Lo scorso febbraio, invece, era stato il tribunale di Como a riconoscere come valida l’intesa raggiunta da una coppia, in fase di separazione consensuale, che stabiliva minuziosamente sia la gestione economica sia la disciplina delle visite. I giudici hanno messo nero su bianco che quel patto poteva essere omologato perché non era contrario né alla legge né all’ordine pubblico e, poi, garantiva il diritto di vedere, in alternanza, l’animale.
Una ratio che è diventata oramai una vera e propria giurisprudenza costante. «Queste notizie sorprendono l’opinione pubblica ma non noi legali – spiega Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani – perché oramai le coppie litigano più per gatti o cani che per le case. Per questo spero che presto venga approvata una proposta di legge, ferma in Parlamento, che modificherebbe il codice civile e disciplinerebbe con chiarezza il caso degli affidi degli animali dopo una separazione sottraendoli alla sola giurisprudenza formatasi in questi anni».
Una proposta di legge presentata nel lontano aprile del 2013. «Per fortuna, negli ultimi anni, si è affermata una nuova coscienza di amore e rispetto per gli animali e i loro diritti – afferma l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, prima firmataria del disegno di legge – e per questo ho ritenuto necessario cambiare prospettiva al diritto italiano che ancora oggi considera gli animali come dei semplici oggetti».
All’estero, invece, già sono intervenuti. «Il Trattato di Lisbona – prosegue Brambilla – impone di considerare gli animali come esseri senzienti e le costituzioni di Austria, Svizzera e Germania già si sono adeguate. La mia proposta di legge mira a tutelare gli animali e il loro benessere perché anche loro possono risentire delle separazioni familiari e dell’eventuale allontanamento dalla casa in cui hanno trascorso parte della loro vita. Per questi motivi chiedo alla politica di approvare il provvedimento al più presto». Alessio Ribaudo