FISCO: Antiriciclaggio con la voluntary (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

I dati di Bankitalia. Un 27% in più sul 2014 grazie alle pratiche di rientro capitali
Antiriciclaggio con la voluntary
Nel secondo semestre 2015 oltre 5.800 segnalazioni

SAB. 2 – La voluntary disclosure fa impennare le segnalazioni di operazioni sospette (Sos) ai fini antiriciclaggio.
Nel secondo semestre del 2015, infatti, le Sos scaturite dalle pratiche di rimpatrio dei capitali sono state 5.849, che rappresentano il 13.5% delle oltre 43 mila segnalazioni arrivate all’Ufficio di informazione finanziaria di Banca d’Italia (Uif). A livello complessivo si è registrato per questo motivo un incremento dell’11,5% rispetto al primo semestre 2015 e rispetto allo stesso semestre 2014 l’aumento è stato anche più alto, pari a 27,1%. Il dato arriva dal consueto censimento di Banca d’Italia con la pubblicazione avvenuta giovedì scorso dei Quaderni antiriciclaggio con i dati del secondo semestre 2015. «Parte dell’incremento», mettono nero su bianco dall’Uif, «è dovuto alle segnalazioni connesse a operazioni di voluntary disclosure». Ricordiamo che la legge 186/2014 ha consentito fino al 30 novembre 2015 di far emergere i capitali illegalmente detenuti all’estero pagando le tasse e uno sconto sulle sanzioni con la copertura penale di alcuni reati a carattere tributario e per autoriciclaggio. Secondo le indicazioni del ministero dell’economia, la normativa antiriciclaggio (legge 231/2007) si applica senza deroga anche alla disciplina della voluntary disclosure. In questo scenario è evidentemente prevalso da parte dei professionisti una sorta di approccio cautelativo preferendo, di fronte al rischio di essere chiamati a rispondere di reati in concorso con il cliente, la strada della segnalazione ai fini antiriciclaggio.
Ma torniamo ai numeri.
Partendo da un’analisi a livello nazionale, l’unità di informazione finanziaria, ha registrato un aumento nelle segnalazioni di operazioni sospette dal 2014 al 2015. Gli aumenti hanno interessato in particolare il secondo semestre, registrando 9.127 segnalazioni in più e arrivando nel 2015 a quota 43.458. Di queste, 43.310 sono imputabili al riciclaggio e 5.849 alla voluntary disclosure. Sotto il profilo dei segnalanti, al primo posto, tra gli operatori finanziari, si collocano le banche e le poste con un aumento significativo verificatosi principalmente nel secondo semestre del 2015. Si tratta di 34.046 segnalazioni, di cui 33.933 riconducibili a operazioni di riciclaggio e di queste 3.120 imputabili nello specifico alla voluntary disclusure. Tra i professionisti e intermediari non finanziari, si è passati da 2.390 segnalazioni nel secondo semestre del 2014 a 4.092 nel secondo semestre del 2015: 4.081 riguardano il riciclaggio e di queste 2.291 la voluntary disclosure. All’interno di questa categoria i più produttivi sono stati i dottori commercialisti, esperti contabili e i consulenti del lavoro: hanno fatto registrare 1.315 segnalazioni di operazioni sospette in più nel secondo semestre 2015 rispetto al primo. Gli avvocati sono invece passati da sette segnalazioni nel 2014 a 354 nel 2015.
Aumenti, dovuti, quindi agli effetti della voluntary disclosure. Questa sotto-classificazione è stata resa possibile grazie all’inserimento per l’Italia, da parte dell’Unità di informazione finanziaria, di un nuovo codice specifico per le segnalazioni relative al rimpatrio dei capitali. Passando ad un’analisi micro, le prime tre regioni per segnalazioni sospette sono la Lombardia, il Lazio e la Campania. Di queste l’unica che ha registrato un aumento positivo, dal 2014 al 2015, è stata la Lombardia, che è passata da 13.021 a 16.892 segnalazioni (la provincia che ha registrato un maggiore aumento è stata Milano). Del resto si è trattato della regione maggiormente toccata dalla voluntary disclosure. Nonostante il trend negativo, rispetto al resto delle regioni italiane, le altre due rimangono le più «produttive» in termini di segnalazioni, con Roma e Napoli in testa. Giorgia Pacione Di Bello

Foto del profilo di Andrea Gentile

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