FISCO: Beni ai soci, studi mobilitati ma pesano costi e tempi stretti (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE
Adempimenti. I professionisti sollecitano una proroga
Beni ai soci, studi mobilitati ma pesano costi e tempi stretti
L’incertezza sull’impatto della sostitutiva
MILANO. Le agevolazioni fiscali per le assegnazioni e le trasformazioni introdotte dalla legge di Stabilità 2016 stanno suscitando molto interesse tra i professionisti, in primis commercialisti e notai, ma il poco tempo concesso insieme alle incertezze sui costi rischiano di compromettere la riuscita dell’operazione.
L’obiettivo della norma “eccezionale” e “agevolativa” prevista dalla legge di Stabilità 2016, la 208/2015, era quello di consentire la fuoriuscita dei beni immobili non strumentali dalla società e la trasformazione di società commerciali in società semplici. Tempo concesso per queste operazioni: nove mesi, fino al 30 settembre. Di fatto la tempistica però è molto più breve: la circolare esplicativa delle Entrate è la 26/E del 1° giugno, e, a detta dei diretti interessati, non ha chiarito tutti i dubbi.
«Un aspetto dirimente per la scelta e non affrontato dalla circolare 26/E – spiega Pasquale Saggese, della Fondazione nazionale commercialisti – riguarda l’imposta sostitutiva del 13% pagata sulle riserve in sospensione di imposta. Il pagamento da parte della società libera anche i soci, come accade per la sostitutiva dell’8 e del 10,5% pagata dalla società sulla plusvalenza da assegnazione, oppure no?». Una domanda che pesa sul costo dell’operazione perché, spiega Saggese «ci sono molte riserve di questo tipo soprattutto per le rivalutazioni fatte nel 2008». Un altro chiarimento atteso, secondo i commercialisti, riguarda il “sottozero” per le società di persone, perché non è chiaro se debba essere tassato.
Per Francesco Raponi, notaio di Frosinone e componente della Commissione studi tributaria del Consiglio nazionale del notariato, lo scarso numero di operazioni di trasformazione e assegnazione agevolata fatte fino a oggi non dipende dalla mancanza di interesse ma dal ritardo della circolare esplicativa e dalla difficoltà di calcolare la convenienza, perché per ogni singolo caso va fatto uno studio ad hoc reso più complesso dal fatto che l’Iva – data l’armonizzazione con l’Unione europea – resta piena. «A questo bisogna aggiungere – sottolinea Raponi – alcune opzioni causali, come la deduzione del capitale sociale reale che necessita di 90 giorni per l’opposizione, e quindi già fuori tempo massimo».
Ma passiamo sul territorio. Da Cento, in provincia di Ferrara, Mauro Cremonini racconta che nel suo studio sono passate 30 pratiche di assegnazione di beni ai soci ma che solo un paio di casi si concretizzeranno a causa dell’Iva: «L’imposta sul valore aggiunto – spiega – è massacrante perché non sono previste agevolazioni». Anche nelle Marche interesse tanto, ma operazioni poche. Lo conferma Pietro Daidone, professionista di Ancona: «Ne ho valutate diverse ma non ne ho fatta nemmeno una. Sono pratiche troppo onerose, soprattutto sul breve periodo. Gli imprenditori marchigiani soffrono ancora la crisi di liquidità e non possono permettersi il pagamento della sostitutiva. Certo, sul lungo periodo converrebbe, ma nessuno può pagare». Nessuna assegnazione nemmeno per Teresa Zambon, commercialista di Bologna. «I valori delle rendite rivalutate – spiega – sono talmente alti da far schizzare le imposte alle stelle». Secondo Zambon bisogna valutare caso per caso, perché la convenienza dipende sia dagli immobili che dalla situazione societaria. «Si tratta di un lavoro sartoriale», commenta.
Il commercialista Marco Capellini, di Milano, sottolinea l’esigenza di alcune precisazioni: «In caso di una pluralità di immobili – spiega – non è stato chiarito se la base imponibile è la sommatoria algebrica (plusvalenze meno minusvalenze da cessione) o il singolo cespite». Inoltre, per quanto riguarda la trasformazione in società semplice, «non sono state chiarite le conseguenze, in capo ai soci, del trattamento di eventuali maggiori corrispettivi incassati e non imponibili in base al Tuir 917/86 rispetto al costo della partecipazione». Oltre agli aspetti fiscali, «ci sono aspetti civilistici che vanno considerati – sottolinea Marco Reggiori, commercialista di Varese – ad esempio come evitare il depauperamento della società a discapito degli altri soci o dei terzi». Date le complessità emerse e il fatto che il 30 settembre è anche il termine unico per l’invio delle dichiarazioni, il rischio è che senza la proroga al 30 novembre di assegnazioni e trasformazioni agevolate se ne facciano poche. Federica Micardi Francesca Milano

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