IL SOLE 24 ORE
Gli altri professionisti. Sotto esame le fatture di avvocati e notai – Per geometri, architetti e ingegneri verifiche sull’eventuale omessa fatturazione Docfa
Controlli sulle anticipazioni esenti
Oltreché sugli studi associati, l’attenzione del Fisco continua a focalizzarsi anche su altri professionisti, in particolare su notai e avvocati per verificare l’eventuale presenza di compensi imponibili tra le “anticipazioni” esenti, e su geometri, architetti e ingegneri per verificare l’eventuale omessa fatturazione di pratiche Docfa.
Notai e avvocati. Di solito, a seguito di un accesso presso lo studio del professionista, i verificatori controllano anzitutto che per ogni atto (di repertorio o difesa) redatto in un determinato anno di imposta sia stata emessa la corrispondente fattura. Inoltre, per le somme contabilizzate in fattura come «anticipazioni escluse dal campo di applicazione Iva» (articolo 15, comma 1, n. 3 del Dpr 633/72) e che, come tali, non costituiscono compensi imponibili vengono verificati gli importi effettivamente anticipati e sostenuti dal notaio o dall’avvocato in nome e per conto del cliente. Laddove poi da tale riscontro emerga una differenza tra anticipazioni in fattura e quelle effettivamente sostenute, l’Ufficio accerta la differenza come compensi non dichiarati, da assoggettare a Irpef, Irap e Iva.
Ovviamente, in questi casi, prima dell’emissione dell’avviso di accertamento, è opportuno che il professionista proceda con il ravvedimento operoso e, dunque, con la regolarizzazione spontanea delle violazioni commesse negli anni di imposta ancora accertabili mediante presentazione di dichiarazione integrativa a sfavore e il pagamento delle maggiori imposte dovute e delle sanzioni ridotte in base alla tempestività con cui viene effettuato il versamento. In tal modo si potranno avere maggiori possibilità di contestare eventuali ulteriori rilievi contenuti nell’atto impositivo che sarà emesso dall’Ufficio.
Geometri, architetti e ingegneri. In questo caso gli accertamenti cominciano con il questionario con cui l’Ufficio chiede al professionista che ha trasmesso le dichiarazioni Docfa di esibire le fatture emesse in un determinato anno. Esaminata la documentazione, sulla base dei dati presenti in Anagrafe, i funzionari effettuano un riscontro tra i clienti indicati nelle fatture emesse e le pratiche trasmesse dal professionista.
Qualora poi da tale raffronto emergano dichiarazioni non fatturate, l’Ufficio procede con la ricostruzione induttiva dei compensi non fatturati e non dichiarati, assumendo come parametro le tariffe approvate dal Consiglio nazionale dei geometri, e, dunque moltiplicando il numero delle dichiarazioni trasmesse che non risultano fatturate per la tariffa stimata. Anche in questo caso, una volta ricevuto l’atto, è opportuno tentare l’accertamento con adesione per evitare il contenzioso, presentando una memoria con cui vengono illustrate la correttezza e la regolarità delle scritture contabili e giustificate le ragioni della gratuità dei servizi resi, soprattutto nel caso di familiari.
Inoltre, se più convenienti, si potrebbe provare a chiedere l’applicazione delle tariffe previste da eventuali convenzioni sottoscritte tra il Comune dove sono state svolte le pratiche e il Collegio provinciale dei geometri in luogo di quelle più alte applicate dall’Ufficio. In ogni caso, è sempre opportuno chiedere il riconoscimento dei costi sostenuti e inerenti proprio ai maggiori redditi presunti, in conformità con quanto statuito dalla Cassazione (sentenza 1166/2012) e precisato dall’Agenzia con la circolare 32/E/2006.