IL SOLE 24 ORE
Giudice unico per le liti minori
Le nuove norme sul processo tributario contenute nello schema di decreto legislativo sugli interpelli e il contenzioso tributario non sembrano modificare in modo incisivo e strutturale il contenzioso e quindi con ogni probabilità non ci saranno dei tangibili miglioramenti in termini di efficienza.
Rispetto alla delega è stata, ad esempio, ignorata la possibilità di affidare i contenziosi minori al giudice unico. Il legislatore delegato, infatti, ha previsto tale istituto solo per i giudizi di ottemperanza di modico valore.
Questa mancata previsione – che avrebbe sicuramente deflazionato l’attuale mole del contenzioso minore – è obiettivamente contraddittoria anche rispetto alle motivazioni fornite: la delicatezza e la complessità della materia trattata. Si pensi soltanto che in materia penale per tutti i delitti tributari (quindi violazioni ben più gravi) è competente un giudice unico (non di rado, non togato).
In sostanza, quindi, mal si comprende per quale ragione nel caso di una dichiarazione infedele di svariati milioni costituente reato o per l’emissione o l’utilizzazione di fatture false per importi anche ingenti si ritenga idoneo un giudice unico a irrogare la reclusione fino a 6 anni, mentre per una violazione amministrativa di poche centinaia di euro si reputi necessario un collegio di tre giudici! Si tratta di una incongruenza su cui varrebbe la pena riflettere, prima dell’approvazione finale del provvedimento.
Dato che c’è una specifica previsione della delega in questo senso, c’è da sperare in un ripensamento sull’introduzione del giudice unico anche in campo tributario per i contenziosi minori.
Da segnalare, infine, che talune modifiche potrebbero risultare più onerose per gli stessi enti impositori. Si pensi all’estensione generalizzata della mediazione a tutti gli atti che quindi riguarderà gli enti locali, gli agenti della riscossione eccetera.
Per l’attuazione di questo istituto l’agenzia delle Entrate ha creato delle strutture ad hoc con un impegno in termini di risorse (e quindi anche economiche) non indifferente e, ciò nonostante, ancora oggi sono numerosi gli uffici legali che riescono a completare le procedure di reclamo/mediazione solo a ridosso della scadenza dei termini.
In tale contesto appare molto difficile che gli enti locali facciano fronte a un analogo impegno tenendo presente che la maggior parte dei loro atti impositivi rientrerà nella mediazione. Con ogni probabilità sarà inevitabile l’affidamento all’esterno a strutture private (come già avviene in molti casi per l’accertamento e il contenzioso) con ulteriori costi.
È quindi auspicabile un ripensamento di questa modifica, la cui utilità, per la verità, è tutta da verificare. Antonio Iorio