FISCO: Il fai-da-te per il 730 parte dal foglio informativo (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Il fai-da-te per il 730 parte dal foglio informativo

Lun.18 – La prima mossa per non sbagliare il 730 precompilato è partire dall’ultima pagina. Cioè dal foglio informativo che si trova in fondo al modello predisposto dall’agenzia delle Entrate.
Di fatto, in questo prospetto – composto da una o più pagine a seconda dei casi – il fisco riassume le fonti da cui ha tratto i dati usati per la dichiarazione, precisando se le informazioni sono state ritenute affidabili e inserite nella dichiarazione, o lasciate da parte perché c’era qualche indizio di possibili anomalie o perché non era possibile verificarne la correttezza. È il caso, ad esempio, dei bonifici per le ristrutturazioni edilizie o il risparmio energetico eseguiti nel 2015: le Entrate sanno che il contribuente li ha pagati, ma non possono sapere se davvero le spese cui si riferiscono sono tutte detraibili. Ragione per cui le somme saranno inserite solo nel prospetto e non nella precompilata.
Il foglio informativo ripercorre tutte le sezioni del 730, partendo dai redditi fino ad arrivare ad acconti, ritenute ed eccedenze. La cosa migliore è proprio scorrerlo una riga dopo l’altra, cercando di rispondere a queste due domande:
ci sono dati mancanti?
ci sono dati che, pur essendo presenti, non sono stati inseriti anche se avrebbero dovuto esserlo?
Prendiamo il caso dei redditi. Un lavoratore che ha avuto più contratti a termine nell’anno potrebbe accorgersi che un datore di lavoro non ha trasmesso alle Entrate la certificazione con l’importo degli stipendi e delle trattenute. Oppure potrebbero mancare le Cu di alcune prestazioni occasionali. In questi casi il 730 andrà integrato. Ma potrebbe anche darsi che il fisco abbia ricevuto i dati e non li abbia inseriti nella dichiarazione: è la situazione, ad esempio, dei contribuenti che hanno ricevuto due Cu dall’Inps, una per la pensione e un’altra per l’assegno del coniuge.
Le stesse situazioni – dati mancanti o dati presenti ma non inseriti – si possono presentare anche per le altre voci del 730. Pensiamo agli immobili. Nel caso delle abitazioni affittate, a volte l’importo del canone è stato inserito in dichiarazione, a volte è stato lasciato nel foglio informativo e altre volte ancora è del tutto assente. Comunque, anche quando appare nella dichiarazione, andrà verificato con cura, perché il contribuente risponderà sempre di eventuali inesattezze.
Lo stesso può capitare anche con la detrazione sugli interessi del mutuo. Chi ha stipulato il prestito sul finire del 2015 potrebbe non ritrovare dato né nel 730, né nel prospetto. Altri, invece, potrebbero ritrovarsi il dato anche se non hanno diritto alla detrazione – in tutto o in parte – ad esempio perché si sono trasferiti e non hanno più la residenza nella casa. Attenzione, poi, ai casi in cui risultano due o più comunicazioni relative allo stesso contratto di mutuo: in queste situazioni, l’informazione sugli interessi passivi risulterà non utilizzata nel 730. Sarà dunque necessario controllare la documentazione, verificare l’importo detraibile e – se c’è il diritto alla detrazione – inserire l’importo corretto nel modello. Anche i contribuenti che hanno effettuato la surroga del mutuo nel 2015 troveranno due comunicazioni, una per ciascuna banca.
Un altro dato che potrebbe richiedere un controllo è quello sui rimborsi per spese sanitarie effettuati da enti o casse di assistenza: nel foglio informativo sono riportati i dati trasmessi all’agenzia delle Entrate sull’ammontare dei rimborsi. Nel modello, questi importi vengono portati in diminuzione delle spese sanitarie o trattati come altri redditi se riferiti ad annualità precedenti il 2015. È bene, comunque, verificare i totali.

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