FISCO: Il premiale fa emergere 4 miliardi (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Studi di settore. L’analisti statistica condotta dalla Sose sull’operazione che ha coinvolto più di due milioni di contribuenti
Il premiale fa emergere 4 miliardi
Nel 2014 boom dei ricavi addizionali con 1,9 miliardi di redditi aggiuntivi da tassare

Roma. Il “regime premiale” spinge la compliance. Tra il 2013 e il 2014 il popolo degli studi di settore ammesso al particolare regime di accertamento fondato sulle risultanze di Gerico ha fatto emergere ricavi “addizionali” pari 3,97 miliardi di euro. Che in termini di redditi equivalgono a circa 2 miliardi (per l’esattezza 1,952). È quanto emerge dall’analisi statistica condotta dalla Sose e presentata ieri dall’agenzia delle Entrate alle associazioni di categoria. Come sottolineano dall’Ufficio politiche fiscali della Cna l’incremento dei ricavi e dei redditi generato dai circa 2,1 milioni di soggetti ammessi al “premiale”,in termini di incremento di gettito erariale corrisponde a 1,034 miliardi di imposte sui redditi, Irap e contributi previdenziali (considerando un’aliquota media di imposte sui redditi del 26%, di Irap del 4% più contributi previdenziali del 23%) e di 674 milioni di Iva (con un’aliquota media Iva del 17%).
L’analisi statistica presentata ieri ha coinvolto i 157 studi di settore ammessi al “premiale” secondo i criteri fissati dal provvedimento delle Entrate del 9 giugno 2015. Si tratta di una platea, come detto, di 2,122 milioni di contribuenti. Di questi in 527.143 sono risultati congrui (naturali o per adeguamento), normali e coerenti. Non solo. Secondo le stime presentate i valori dichiarati nel 2014 dai soggetti con studi di settore nel “premiale” sono superiori rispetto agli altri mediamente tra 35.000 euro e 17.000 euro di ricavi e tra 17.000 euro e 8.800 euro di reddito.
Come indicava il provvedimento del giugno scorso dal regime di “vantaggio” restano esclusi gli studi di settore dei liberi professionisti. Per i soggetti che invece hanno aderito al premiale l’analisi della Sose ha indicato che nel 2014, a fronte di un valore di ricavo medio dichiarato di 247.000 euro dai soggetti rientranti negli studi destinatari del sistema premiale, il ricavo medio dei soggetti congrui e coerenti è stato di oltre 425.000 euro. Il valore medio del reddito dichiarato dai contribuenti soggetti agli studi destinatari del sistema “premiale” si è attestato sui 22.500 euro, mentre il reddito medio dei soggetti congrui e coerenti è stato di oltre 51.000 euro.
Nel 2013 gli studi interessati al regime erano stati 99 con una platea potenziale di 1,432 milioni di contribuenti e 384.000 circa erano risultati congrui e coerenti. L’incremento tra il 2013 e il 2014, fanno notare ancora dalla Cna «è stato molto elevato in quanto ha consentito ad altri 690.000 contribuenti di confrontarsi con le condizioni di accesso al premiale e ad altri 142.000 contribuenti di avere i benefici».
Benefici che, ricordiamo, prevedono l’esclusione dagli accertamenti basati sulle presunzioni semplici, la riduzione di un anno dei termini dell’accertamento, l’applicazione del redditometro se il reddito complessivo accertabile eccede di almeno un terzo quello dichiarato. In buona sostanza aderire al premiale vuol dire restare esclusi dal libro nero degli accertamenti e, se del caso, restale “in seconda linea” in caso di accertamenti bancari.
Per quanto riguarda le imprese interessate, Cna (con Rete Imprese Italia) ha comunque ribadito la necessità di estendere per il futuro il premiale anche alla restante parte delle imprese ora ancora escluse dal meccanismo (si tratta delle imprese appartenenti a ben 24 studi di settore) e, sicuramente, di riproporre alla stessa platea di studi di settore anche per il 2015 la potenziale applicabilità dei benefici del sistema premiale. Non solo. Andrebbe evitato che errori di compilazione del modello studi di settore commessi in buona fede possano determinare l’esclusione dal meccanismo.
Infine andrebbero rivisti alcuni indicatori di coerenza, in particolare quello sull’indice di copertura degli ammortamenti e dei costi per i beni di terzi per tenere conto della crisi economica che ancora incide sui comportamenti delle imprese. Marco Mobili

Foto del profilo di Andrea Gentile

andrea-gentile