FISCO: Per l’Irap dei piccoli l’esonero vale un miliardo (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Per l’Irap dei piccoli l’esonero vale un miliardo
Fuori dal prelievo chi ha un dipendente «esecutivo»

Dom.15 – ROMA. Poco più di un miliardo. L’esenzione Irap per professionisti, autonomi e piccoli imprenditori con un solo dipendente delineata dalla Cassazione in settimana (sentenza 9451/2016) potrebbe costare cara all’Erario.
Dalle prime simulazioni sul possibile impatto della pronuncia delle Sezioni unite risulterebbe una perdita di gettito per 1,1 miliardi nel caso in cui il contribuente Irap abbia un dipendente «generico» (quindi solo con mansioni esecutive). Una cifra che si ridurrebbe sensibilmente tra i 200 e i 300 milioni qualora il singolo addetto svolga solo il ruolo di segretaria o segretario, proprio come nel caso su cui sono stati chiamati a pronunciarsi i giudici di legittimità. Il conto si riferisce esclusivamente a quest’anno d’imposta. L’effetto per le casse dello Stato potrebbe essere molto superiore nel caso in cui dovesse scattare la corsa (peraltro molto probabile) al rimborso per le somme versate e a questo punto non dovute negli ultimi quattro anni. L’ultimo aggiornamento disponibile – anche se un po’ datato – diceva che dal 2005 al 2011 quasi un milione di contribuenti aveva chiesto a rimborso circa 2 miliardi di Irap versata. Ora, se la media di circa 330 milioni l’anno si fosse mantenuta costante significherebbe che i rimborsi per gli ultimi anni sarebbero già abbondantemente oltre quota un miliardo.
La decisione delle Sezioni unite depositata martedì scorso è la terza arrivata in circa un mese sull’Irap dei piccoli. La prima in ordine di tempo (7921/2016) ha riguardato la medicina di gruppo per i professionisti convenzionati con il servizio sanitario nazionale (Ssn). In questa circostanza, la Cassazione ha stabilito che questo tipo di aggregazione non determina di per sé un’autonoma organizzazione, ossia il presupposto in base al quale è dovuto il tributo regionale. Discorso opposto per l’associazione professionale sotto forma di società semplice (sentenza 7371/2016). Le società sono, infatti, sempre tenute a pagare l’Irap. La terza sentenza, invece, è quella a impatto più generalizzato in quanto stabilisce che il professionista, l’artista o l’imprenditore individuale che impiega un solo collaboratore con mansioni di segreteria o meramente esecutive non è obbligato a pagare l’imposta regionale sulle attività produttive.
Un contesto in cui il Governo si è già espresso in settimana con il viceministro all’Economia, Luigi Casero, per un intervento risolutivo nella prossima legge di Stabilità. Tra le possibili ipotesi avanzate nelle ultime settimane c’è l’aumento della franchigia Irap. Attualmente l’abbattimento della base imponibile per autonomi, professionisti e piccoli imprenditori è pari a 13mila euro per chi ha un valore della produzione fino a 180.759,91 euro: un valore appena ritoccato in aumento dall’ultima legge di Stabilità. Tuttavia, intervenire sulla franchigia risulta particolarmente oneroso. Le stime circolate parlando di un costo di 85 milioni ogni mille euro di aumento della franchigia. In altri termini, portare la deduzione di base a 30mila euro potrebbe costare fino a 1,4 miliardi. Una soluzione alternativa potrebbe prevedere un nuovo ritocco alle soglie di ricavi o compensi previste per l’ammissione al regime forfettario (quello con imposta sostitutiva al 15%, che scende al 5% per le start up). Allo stato attuale i limiti parametrati alle diverse attività vanno da un minimo di 25mila euro a un massimo di 50mila, passando per i 30mila euro dei professionisti. In questo modo si esenterebbe dall’Irap un maggior numero di contribuenti. Marco Mobili Giovanni Parente

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