IL SOLE 24 ORE

Decreto fiscale. Emendamento del relatore Tancredi (Ap) – Pronto il pacchetto semplificazioni messo a punto da Sanga (Pd)
Più chance per restare nei minimi

ROMA. Modifiche in arrivo per il regime dei minimi. Mentre si accende la polemica sulle comunicazioni Iva trimestrali. Per la direttrice delle Entrate, Rossella Orlandi, sentita ieri alla Camera, il nuovo adempimento «non crea un onere particolarmente pesante» ed è fondamentale contro l’evasione Iva. Sulla stessa linea il viceministro all’Economia, Enrico Zanetti: «Il tema non è mettere in discussione la cadenza trimestrale ma le parallele semplificazioni promesse e che devono trovare spazio». In serata la replica del presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, Gerardo Longobardi: «Affermare che non crei oneri particolarmente pesanti appare una dichiarazione sinceramente irrispettosa del lavoro di chi, come i commercialisti italiani, è vittima di un fisco ancor ben lungi dall’essere semplificato». Per questo «chiudere, come sembrano fare oggi Zanetti e Orlandi, anche rispetto alla ventilata ipotesi di renderlo almeno semestrale – conclude Longobardi – sembra una vera e propria provocazione».
Le semplificazioni comunque sono in dirittura d’arrivo. A cominciare dalla doppia ciambella di salvataggio per le piccole partite Iva nel regime forfettario. Chi oltrepasserà per due volte (anche non consecutive) nell’arco di cinque anni la soglia di ricavi o compensi differenziata per categoria (si veda la tabella a lato) non perderà la tassazione sostitutiva al 15 per cento. Non sarà comunque un salvataggio a costo zero: sui ricavi o compensi superiori alla soglia minima e nel limite dei 15mila euro si potrà applicare un’aliquota del 27 per cento. È quanto prevede una delle modifiche al decreto fiscale messe a punto dal gruppo di Ap. Come spiega uno dei due relatori al provvedimento Paolo Tancredi (Ap), oltre all’intervento finalizzato a dare maggiori garanzie a chi è già nel regime agevolato, si punta anche «ad ampliare la platea di piccoli imprenditori e professionisti che hanno diritto ai minimi e ai pagamenti forfettari: un allargamento più volte richiesto negli anni dalle stesse associazioni di categoria». In questa direzione va l’altro emendamento di Ap che fa rientrare nel forfettario anche chi effettua esportazioni di beni fuori dall’Unione europea. Si pensi, ad esempio, all’artigianato artistico e al design: settori per i quali l’attuale vincolo sull’area comunitaria taglia fuori piccoli produttori che si rivolgono al mercato globale.
Prende forma anche il pacchetto taglia-adempimenti già messo a punto dal viceministro all’Economia, Luigi Casero. L’altro relatore al Dl, Giovanni Sanga, ricorda l’impegno assunto con il Consiglio nazionale dei commercialisti e annuncia che tra le misure in arrivo ci sarà senz’altro la norma secondo cui i prelevamenti bancari effettuati dai professionisti e non giustificati al Fisco non costituiranno più automaticamente compensi in nero. Sul fronte Iva, invece, si punta a elevare da 15mila a 30mila euro l’importo dei crediti da chiedere a rimborso per i quali non occorre prestare alcuna garanzia. Mentre per le partite Iva inattive da tre anni arriva la chiusura d’ufficio da parte dell’Agenzia. Si prospetta, poi, il ritorno dell’F24 cartaceo per i versamenti sopra i mille euro: una misura che va incontro ai contribuenti meno avvezzi alla telematica e allo stesso tempo libera i professionisti da adempimenti legati a versamenti irrisori.
Sulla riscossione Rossella Orlandi ha sottolineato che per l’addio all’aggio servirebbero almeno 500 milioni e che comunque si finirebbe per caricare sulla fiscalità generale i costi di chi non paga le imposte. Mentre l’Anci ha chiesto la parità di trattamento tra tutti i cittadini sulla rottamazione dei ruoli. Per il presidente Antonio Decaro si dovrà «rendere volontaria l’adesione dei Comuni alla definizione agevolata: questa facoltà deve essere estesa anche a quei Comuni che non hanno scelto Equitalia».
Marco Mobili Giovanni Parente