IL SOLE 24 ORE
L’audizione. Entro domani l’invio del 730 – La direttrice delle Entrate: dichiarazioni più tempestive contro le frodi Iva
Precompilata a quota 1,9 milioni
Orlandi: con l’e-fattura niente stop a reverse charge e presunzioni semplici
L’operazione 730/2016 si avvicina al capolinea. C’è tempo fino a domani, venerdì 22 luglio, per inviare il 730 precompilato con il «fai-da-te» oppure rivolgendosi a un Caf o a un professionista abilitato (a condizione che questi ultimi abbiano inviato l’80% delle dichiarazioni entro il 7 luglio). Intanto ieri in audizione presso la commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, la direttrice delle Entrate Rossella Orlandi ha fornito i dati aggiornati sulla campagna di invii. A lunedì scorso, le trasmissioni «fai-da-te» di precompilate sono state 1,9 milioni, di cui 1,8 milioni riguardano i modelli 730 e 100 mila i modelli Unico (per questi ultimi comunque la scadenza è il prossimo 30 settembre). A questi si aggiungono 400mila modelli modificati e salvati dai contribuenti ma non ancora trasmessi all’Agenzia. «Nello stesso periodo sono stati resi disponibili ai Caf e ai professionisti modelli 730 relativi a circa 14,8 milioni di contribuenti», ha precisato Orlandi che ha fatto notare anche come siano stati 93mila ad aver sfruttato la chance (attiva da quest’anno) della precompilata congiunta.
L’audizione ha affrontato anche il tema della fattura elettronica. Tra l’altro, ha ricordato che in vista dell’estensione al B2B dal 1° luglio è stato messo a disposizione dei contribuenti il servizio gratuito di generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche. Finora il servizio è stato utilizzato da 13.730 utenti; sono state generate più di 2.700 fatture e sono state portate in conservazione più dimille fatture elettroniche. Nei prossimi mesi, poi, sarà rilasciata anche una App per i dispositivi mobili.
Quanto alla possibilità di disapplicare il reverse charge in caso di fatturazione elettronica, la direttrice dell’Agenzia ha rilevato che «la fatturazione elettronica appare complementare, piuttosto che alternativa al reverse charge, per garantire il contrasto all’evasione e prevenire nuove frodi». Inoltre, le disposizioni comunitarie portano a «escludere che l’adozione della trasmissione telematica dei dati delle fatture, o della fatturazione elettronica, possa limitare o condizionare l’ambito di applicazione del reverse charge». Nessuna apertura, quindi, in tal senso. Anche perché «se per un determinato settore è autorizzato il reverse charge, lo si deve applicare a tutte le transazioni che coinvolgono quel settore».
Contro le frodi Iva, riprendendo le considerazioni di Ocse e Fmi che auspicano il passaggio da una cadenza annuale delle dichiarazioni a una più frequente (si veda quanto riportato ieri su queste colonne), «la tempestività sarebbe un elemento fondamentale». Bisogna, infatti, «impedire la monetizzazione dell’Iva» che rischia di «diventare un bancomat».
Né sembrano esserci margini per escludere accertamenti analitico-induttivi sulla base di presunzioni semplici per i contribuenti che garantiscono la tracciabilità dei pagamenti con l’e-fattura. Perché anche con questi strumenti non verrebbero eliminati «a priori i casi di cessioni di beni e prestazioni di servizi “in nero” (cioè non fatturati e pagati in contante), situazione non poco diffusa nel nostro Paese». E quindi l’esclusione dell’analitico-induttivo limiterebbe i poteri del Fisco ed «esporrebbe anche al rischio di una diminuzione del gettito». Giovanni Parente