FISCO: Precompilata, slalom tra fogli (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Dalle spese sanitarie ai figli a carichi, primo check di quello che c’è nel 730/2016
Precompilata, slalom tra fogli
I dati incongrui per il fisco da verificare nell’allegato

La precompilata è uno slalom fra modello e foglio illustrativo allegato. Ogni volta che un dato o una segnalazione è stata ritenuta incompleta o non coerente, l’Agenzia ha ritenuto opportuno non inserirla nel precompilato ma indicarla unicamente nel foglio illustrativo di dettaglio. Ciò avviene sia per i dati direttamente afferenti al contribuente sia per quelli relativi ai suoi familiari a carico. (si veda quanto anticipato da ItaliaOggi il 12/04/2016)
In questa situazione è il contribuente che deve controllare ed eventualmente confermare o correggere, i dati inseriti nel foglio illustrativo stesso facendoli transitare all’interno della dichiarazione precompilata. Il tutto con le ovvie conseguenze in termini di controlli.
Fonte dei dati – le CU. La dichiarazione precompilata si basa essenzialmente sulle certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta che attestano i redditi di lavoro dipendente e assimilati, le pensioni e i compensi per attività occasionali di lavoro autonomo, percepiti dal contribuente nel periodo d’imposta 2015. Tali certificazioni, se rilevanti ai fini della dichiarazione precompilata, sono state trasmesse telematicamente dai sostituti al fisco entro lo scorso 7 marzo e dovrebbero essere inserite all’interno del modello precaricato. Il condizionale è d’obbligo perché l’Agenzia delle entrate ha chiarito che qualora fossero pervenute più certificazioni uniche e vi siano dubbi, per esempio sui meccanismi di conguaglio, il sistema si limita a dare evidenza al contribuente della presenza di tali certificazioni uniche senza però inserire i dati delle stesse nella precompilata.
Ma nella precompilata non vanno solo le informazioni contenute nelle certificazioni uniche. Esso contiene, infatti anche tutta una serie di informazioni presenti in Anagrafe tributaria relative, per esempio, alle spese di ristrutturazione edilizia e di risparmio energetico, ai versamenti effettuati con il modello F24, alle compravendite immobiliari, ai contratti di locazione registrati e alla dichiarazione dei redditi dell’anno precedente. A questi dati si vanno ad aggiungere anche quelli trasmessi da altri soggetti, che riguardano alcuni oneri detraibili e deducibili sostenuti dai contribuenti tra cui gli interessi passivi sui mutui, premi assicurativi, contributi previdenziali, spese funebri, spese mediche e universitarie.
Inserimento nella precompilata – il criterio di base. Come precisato dalla stessa Agenzia delle entrate non sono state inserite in dichiarazione tutte quelle informazioni che appaiono incomplete o incoerenti. All’interno dell’applicazione dedicata alla precompilata ci sono anche alcuni esempi pratici di incoerenze. Si pensi al caso in cui in Anagrafe tributaria risulti l’atto di acquisto di un fabbricato, di cui però l’amministrazione finanziaria non conosce ancora la destinazione (concesso in comodato, tenuto a disposizione ecc.). Oppure alla situazione in cui gli interessi passivi per il mutuo comunicati dalla banca siano di importo superiore a quelli indicati nella dichiarazione dell’anno precedente, quando di norma dovrebbe accadere esattamente il contrario visto che il metodo utilizzato per il computo degli interessi passivi è quello cosiddetto alla francese (decrescenti nel tempo).
In queste situazioni il dato non è perso. Lo stesso è riportato nel prospetto riepilogativo, in modo da poter essere verificato ed eventualmente inserito in dichiarazione da parte del contribuente.
Familiari a carico. Altro fronte caldo, anzi caldissimo della precompilata 2016 è rappresentato dai dati relativi ai familiari a carico del contribuente. Anche per i carichi familiari l’Agenzia delle entrate ha utilizzato lo stesso criterio sopra esaminato: non inserimento nella precompilata, ma «parcheggio» nel foglio illustrativo allegato di tutte le informazioni che sono state considerate incomplete o incoerenti. L’Agenzia ha individuato i familiari da considerare fiscalmente a carico esclusivamente sulla base delle informazioni ricevute, anche dal punto di vista reddituale, dai sostituti d’imposta con le Certificazioni Uniche.
Quando nelle comunicazioni trasmesse dai soggetti terzi non è stato individuato il soggetto che ha sostenuto la spesa, l’onere è inserito nelle dichiarazioni dei redditi dei soggetti dei quali il familiare a cui la spesa si riferisce, risulta fiscalmente a carico, in proporzione alle percentuali di carico. In questi casi, l’onere è riportato nell’elenco delle informazioni sia del familiare fiscalmente a carico sia dei soggetti di cui il familiare a cui la spesa si riferisce, risulta fiscalmente a carico.
Tocca ovviamente al contribuente modificare la dichiarazione proposta dall’Agenzia delle entrate se il familiare non è in possesso dei requisiti per essere considerato fiscalmente a carico o se la spesa è stata sostenuta da un soggetto diverso o in una percentuale diversa rispetto a quella risultante dal prospetto dei familiari a carico.
Effetti sui controlli. È chiaro che la modifica o l’inserimento di dati nella dichiarazione precompilata ne alterano lo status quando incidono sul reddito, sull’imposta o su entrambi. In generale infatti il 730 precompilato si considera modificato quando vengono variati i redditi, gli oneri o le altre informazioni presenti nella dichiarazione oppure se sono inserite nuove voci non presenti nel modello 730 precompilato. La modifica alla precompilata fa sì che i controlli documentali si estendano anche agli oneri forniti all’Agenzia da soggetti terzi e non soltanto a quelli inseriti dal contribuente per effetto delle variazioni apportate. Andrea Bongi

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