IL SOLE 24 ORE
Riforma in cantiere. Il Governo rilancia sulla scelta di superare l’applicazione degli strumenti per chi ha la contabilità per cassa
Professionisti, stop agli «studi»
Un piano d’azione sarà predisposto entro l’estate – Copertura con la legge di Stabilità
Sab. 19 – Torino. Nel cantiere degli interventi fiscali per i professionisti si fa strada con sempre maggiore decisione il superamento degli studi di settore per i soggetti che tengono la contabilità di cassa. «Gli studi – ha spiegato il viceministro dell’Economia, Luigi Casero ai commercialisti riuniti a Torino nel convegno nazionale su fisco e partecipate – hanno aiutato molto l’adesione spontanea alle richieste fiscali, ma come tutti gli strumenti che invecchiano hanno bisogno di un restyling». In questa chiave, l’addio agli studi di settore – dopo il primo annuncio arrivato a Telefisco – rappresenterebbe un risultato importante per i professionisti, all’interno del pacchetto semplificazioni rilanciato dalla categoria: sotto esame ci sono gli effetti di gettito, che hanno bisogno di una copertura finanziaria da trovare all’interno della legge di Stabilità. L’obiettivo, ha rimarcato però il viceministro, è «arrivare a una proposta organica entro l’estate».
Quello di Torino è stato però un confronto a tutto campo fra commercialisti, Governo e Parlamento, all’interno del quale fanno significativi passi avanti altre richieste dei professionisti. Tra queste spicca la “pace agostana” per legge, cioè la sospensione strutturale dei termini amministrativi nel mese di agosto. «L’anno scorso – ha ricordato il presidente del consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Gerardo Longobardi – alla vigilia dell’estate sono arrivate le oltre 200mila lettere per la compliance. La sospensione è stata riconosciuta in via amministrativa dall’Agenzia, ma uno stop per legge, senza attendere i provvedimenti anno per anno, è il minimo sindacale, così come la proroga automatica di 60 giorni in caso di ritardi nell’approvazione dei provvedimenti attuativi o dei software applicativi».
Su questi punti, l’apertura di Governo e amministrazione finanziaria è stata ampia. La sospensione feriale, ha ricordato Casero, non costa, e quindi potrebbe trovare spazio nel decreto correttivo sulle semplificazioni in via di definizione come previsto dalla delega fiscale. «Non ho alcuna obiezione di principio – ha concordato il direttore dell’agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi – come mostrano i nostri provvedimenti del passato». L’idea dichiarata, però, è di accelerare su tutta la costruzione dei provvedimenti che servono a rispettare gli adempimenti fiscali: «L’Agenzia – ha rivendicato Orlandi – lavora con il massimo di spirito di servizio, e ci stiamo attrezzando anche per i miracoli».
Il mandato è chiaro. «Ridurre la pressione fiscale significa tagliare le tasse ma anche alleggerire gli adempimenti», sintetizza il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, che in risposta al dibattito sugli “annunci” ricorda che la riduzione Ires dal 2017 «è una legge dello Stato e non una promessa. Vogliamo raggiungere il livello tedesco di pressione fiscale su lavoro e imprese, ma per farlo bisogna raggiungere la Germania anche nel livello di evasione. Qui gioca un ruolo chiave la tecnologia a partire dalla fattura elettronica, che aiuterà anche a tagliare gli adempimenti». Sul punto la strada, già tracciata dal decreto attuativo della delega fiscale, è quella degli incentivi, per costruire una fatturazione elettronica generalizzata della convenienza più che dagli obblighi. «L’esempio della precompilata – riflette Giacomo Portas (Pd), presidente della Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria – dimostra che gli obiettivi ambiziosi sono perseguibili quando si lavora tutti nella stessa direzione». A completare il quadro dei temi “professionali” avanzati dai commercialisti (si veda anche Il Sole 24 Ore di ieri) c’è la deducibilita delle spese sostenute per la formazione professionale continua. Anche su questo aspetto il confronto è aperto, anche con il Parlamento che con il presidente della commissione Finanze del Senato, Mauro Maria Marino (Pd), invita i professionisti a «presentare una proposta organica di discussione. Alla base di tante complicazioni ci sono le norme slegate portate da provvedimenti sempre diversi, e bisogna ripartire da una visione d’insieme». Gianni Trovati