IL SOLE 24 ORE
Voluntary. Iniziativa delle Entrate in Abruzzo
Rientro dei capitali, tutte le adesioni segnalate in Procura
ROMA. Una «lista voluntary». Nessuna affinità con le modalità di acquisizione dei dati con la Falciani o la Pessina. Stavolta sarà il fisco a comunicare alla magistratura chi deciderà di fare outing sui patrimoni detenuti all’estero e finora non dichiarati. L’iniziativa arriva dall’Abruzzo dove il direttore regionale delle Entrate, Federico Monaco, e i procuratori della Repubblica di L’Aquila, Lanciano, Sulmona e Vasto hanno siglato un accordo. L’oggetto dell’intesa? L’agenzia delle Entrate segnalerà alle Procure competenti tutti i nomi dei contribuenti che aderiranno al rientro dei capitali. A questo punto, il fisco si aspetta un feedback. Sulla base della «lista voluntary» le Procure informeranno poi l’amministrazione finanziaria sulla presenza di eventuali cause ostative che non consentono di avvalersi della collaborazione volontaria.
Ma non solo. Sulla base di quanto previsto dalla legge sulla voluntary (la 186/2014), l’Agenzia comunicherà chi ha esibito o trasmesso atti o documenti falsi, oppure ha fornito dati e notizie non rispondenti al vero. E ancora, entro trenta giorni dalla data di esecuzione dei versamenti da parte del contribuente, le Entrate comunicheranno alle Procure della Repubblica la conclusione della procedura per l’esclusione della punibilità per i reati «coperti» dall’adesione alla voluntary. In ogni caso, l’Agenzia dovrà denunciare all’autorità giudiziaria ogni altro reato intercettato nello svolgimento dell’istruttoria relativa alle richieste di rientro dei capitali.
Si tratterà ora di valutare l’effetto di questa stretta collaborazione tra fisco e Procure, soprattutto se l’iniziativa sviluppata in Abruzzo si diffonderà anche in altre regioni. Come già evidenziato su queste colonne (si veda Il Sole 24 Ore del 18 marzo), il possibile invio di tutti i nomi agli uffici giudiziari potrebbe rischiare di rivelarsi anche un boomerang alle adesioni, che il decreto legislativo sulla certezza del diritto – oggi all’esame definitivo del Governo – cerca di sbloccare con la norma ad hoc per sterilizzare il raddoppio dei termini. Certo, non è detto che una segnalazione in Procura determini conseguenze negative per il contribuente. Tuttavia il Pm potrebbe eseguire indagini anche non strettamente collegate a violazioni tributarie. Per esempio potrebbe approfondire le ragioni del trasferimento dei capitali all’estero o connettere quanto avvenuto con altri filoni di indagini a cui si sta già lavorando.
D’altra parte, va riconosciuto come l’accordo di cooperazione reciproca fisco-Procure e di comunicazione di tutti gli aderenti possa rappresentare una sorta di tutela da eventuali responsabilità omissive per i dipendenti delle Entrate chiamati a esaminare le istanze di voluntary disclosure. Giovanni Parente