IL SOLE 24 ORE
Dl fiscale. Il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato: anti-evasione senza persecuzioni
Sanzioni ridotte del 50% dal 2017
Sab. 5 – Roma. Riduzione delle sanzioni amministrative tributarie della metà. Ma solo a partire da quelle applicate nel 2017 e senza nessuno sconto sui reati tributari. È l’emendamento (6.01) presentato dal Partito democratico al Dl fiscale, per il quale sono stati depositate 1.043 proposte correttive presso la commissione Finanze della Camera. Un emendamento con un preciso obiettivo, come commenta il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato: «Stiamo lavorando per rendere le sanzioni uno strumento per combattere l’evasione fiscale e non per perseguitare i contribuenti». La finalità è anche quella di “sgonfiare” le cartelle esattoriali. Le cartelle oggi «così pesanti – spiega il capogruppo Pd in commissione Finanze alla Camera, Michele Pelillo – hanno inchiodato Equtalia in questi anni a un giudizio severo e ingiusto». Ma per far percepire ai cittadini la differenza, è il ragionamento anche di uno dei due relatori al Dl, Paolo Tancredi (Ap), bisogna agire sul peso delle cartelle, altrimenti il cittadino vedrà solo un cambio di nome dell’ente di riscossione. Sempre la maggioranza, questa volta con Scelta civica-Ala, punta con un emendamento a firma Giulio Sottanelli al superamento dell’attuale modello basato sull’addebito dell’aggio al debitore.
Restando in tema di riduzione delle sanzioni, si interviene anche sul fronte delle comunicazioni Iva. Un altro emendamento del Pd (4.5) prevede per l’omessa o errata trasmissione dei dati di ogni fattura una penalità di 2 euro con un massimo di mille. Con l’ulteriore possibilità di dimezzare l’importo (quindi fino a un massimo di 500 euro) se si recupera con una trasmissione entro 15 giorni dalla scadenza. Mentre sui dati relativi alle liquidazioni le violazioni dovranno essere punite, secondo lo stesso emendamento, con una sanzione da 500 a 2mila euro, che potrà, anche in questo caso, essere dimezzata con un recupero entro 15 giorni. Sempre sulle comunicazioni Iva, le associazioni sindacali dei commercialisti (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, Unico) nell’incontro con il viceministro all’Economia, Luigi Casero, hanno sottolineato la necessità di eliminare dal decreto la previsione dell’invio trimestrale dei dati delle fatture emesse e ricevute o almeno di prevederne la trasmissione con cadenza annuale.
Sia il Pd che Scelta civica-Ala (emendamenti 4.6 e 4.80) puntano a rendere più appetibile il regime premiale della fatturazione elettronica con la riduzione di due anni dei termini di accertamento (oggi è solo uno). Non solo. L’emendamento Sottanelli prevede anche l’esonero dalla tenuta di tutti i registri Iva per chi sceglie l’e-fattura.
Per professionisti e imprese arrivano le semplificazioni ampiamente annunciate dal relatore della Commissione Finanze, Giovanni Sanga (Pd). Tra queste anche l’addio agli studi di settore. L’emendamento sottoscritto dal capogruppo dei democratici, Michele Pelillo, prevede espressamente l’introduzione di indici sintetici di affidabilità per la promozione della compliance fiscale e soprattutto per la contestuale soppressione della disciplina in materia di accertamento che oggi l’ordinamento tributario riserva agli studi di settore. L’emendamento 7.01 prevede che a partire dall’anno d’imposta 2017, il ministro dell’Economia dovrà indicare con un decreto i nuovi indici di affidabilità fiscale ai quali dovranno essere collegati livelli di premialità per i contribuenti più affidabili. Premi che la stessa norma già indica come la possibile «esclusione o riduzione dei termini per gli accertamenti». Contestualmente all’arrivo degli indici di affidabilità, si legge al comma 2 dell’emendamento Pd, «cessano di avere effetto, ai fini dell’accertamento dei tributi, le disposizioni sugli studi di settore». Più articolato l’emendamento Causi (Pd) 1.19 per l’addio a Gerico. Questo, infatti, prevede una dettagliata delega al Governo che, però, dovrà superare il vaglio di ammissibilità delle Commissioni parlamentari in virtù del principio che una delega non può trovar posto in un decreto d’urgenza.
L’esame dei 1.043 emendamenti al Dl entrerà nel vivo la prossima settimana. Lunedì sarà il turno delle inammissibilità e dei ricorsi, mentre da martedì 8 si entrerà nel merito delle proposte. Marco Mobili Giovanni Parente