FISCO: Spese fiscali riviste ogni 5 anni (Italia Oggi)

ITALIA OGGI
In preconsiglio dei ministri lo schema di decreto su stima e monitoraggio dell’evasione

Spese fiscali riviste ogni 5 anni

Valutato l’effetto di deduzioni, detrazioni e agevolazioni

 

 

Spese fiscali (deduzioni, detrazioni e agevolazioni) al tagliando ogni cinque anni. Tali costi saranno oggetto di confronto nel rapporto annuale, che ne analizzerà gli effetti sull’economia e le ricadute sul contesto sociale, decidendo se proseguire col loro mantenimento o se optare per l’abolizione.

Sono queste due delle novità discusse ieri in preconsiglio dei ministri, che si inseriscono nello schema di decreto legislativo di stima e monitoraggio dell’evasione fiscale e riordino delle disposizioni in materia di erosione fiscale, che attua gli articoli 3 e 4 della legge 23/2014. Le norme contenute nel dlgs, chiarisce l’articolo 3 dello stesso, si applicheranno dal 1° gennaio 2016.

Conferma quinquennale. L’articolo 1 dello schema di decreto cita espressamente che «Le spese fiscali per le quali sono trascorsi cinque anni dall’entrata in vigore sono oggetto di specifiche proposte di eliminazione, riduzione, modifica o conferma». In altre parole, il legislatore ha ricalcato il modello della tax expenditures già presentato nella legge di Stabilità 2015. In particolare, con essa si introducevano apposite misure di verifica da effettuarsi ogni dieci anni, volte alla eliminazione, riduzione o modifica delle spese fiscali, nonché una clausola di decadenza nel caso tali uscite si dimostrassero superate. Modificando l’originario termine decennale, il decreto prevede che dopo cinque anni dall’istituzione della spesa, di essa se ne discutano le sorti, confermandola in caso di efficacia e cessandola in caso di esito negativo.

Rapporto annuale. Tali spese fiscali saranno quindi oggetto di analisi nel Rapporto annuale redatto dal ministero dell’economia, da presentare alle camere come documento autonomo, assieme alla nota d’aggiornamento del Documento di economia e finanze. Quest’ultimo, dal canto suo, conterrà i risultati delle misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva, distinguendo tra imposte accertate e riscosse, nonché tra le diverse tipologie di avvio delle procedure di accertamento; evidenzierà quindi i risultati del recupero delle somme dichiarate e non versate e della correzione degli errori di liquidazione sulla base delle dichiarazioni.

Commissione di esperti. Il governo si avvarrà inoltre della «Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva», predisposta da una Commissione di 15 esperti istituita tramite decreto del Mef. Faranno parte di questa: un rappresentante della presidenza del Consiglio dei ministri, quattro rappresentanti del Mef e due dell’istituto nazionale di statistica-Istat; e ancora, sarà presente un rappresentante l’uno per Inps, ministero del lavoro, Associazione nazionale dei comuni italiani-Anci, Conferenza delle regioni e province autonome di Trento e Bolzano e Banca d’Italia, più tre professori universitari.

Confronto dei risultati. Nel rapporto annualle verrà messo in evidenza il confronto tra i risultati attesi dalle spese fiscali sostenute, i programmi di spesa inizialmente delineati e gli effetti microeconomici delle singole voci di spesa, comprese le ricadute sul contesto sociale. Tra le proposte che non sono state prese in considerazione dal governo, compare la richiesta di indicare la destinazione delle maggiori entrate rinvenute tramite l’azione di contrasto all’evasione fiscale. Su tale punto, già trattato nella legge 23/2014, la relazione illustrativa specifica che eventuali importi aggiuntivi debbano essere attribuiti al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Al medesimo fondo concorrono anche le somme provenienti dalla predetta revisione quinquennale delle spese, che, tramite le nuove disposizioni, verranno ridiscusse periodicamente alla luce delle mutate condizioni ed esigenze socio-economiche.   Gloria Grigolon 

 

 

 

 

 

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