IL SOLE 24 ORE
Dichiarazioni 2016. Il via libera degli esperti
Studi di settore, correttivi anti-crisi per la «coerenza»
MILANO. Via libera ai correttivi anti-crisi anche per gli studi di settore 2015. Lo ha reso noto ieri l’agenzia delle Entrate.
I correttivi sono stati introdotti nel 2008 per far fronte alla recessione economica, e da quest’anno si estenderanno anche agli indicatori di coerenza. Finora, infatti, l’amministrazione finanziaria su questo punto non aveva recepito le richieste delle associazioni di categoria. Mentre d’ora in avanti saranno presi in considerazione rettifiche a una ventina di indicatori di coerenza. In particolare, sono state riviste le soglie del “valore aggiunto per addetto indipendente” e “l’indice di copertura di beni propri e di terzi”. Elementi su cui la Commissione ha fornito all’unanimità parere positivo.
I correttivi chiamati ad adattare gli studi di settore alla situazione di crisi economica del 2015, sono quindi riconducibili adesso a cinque categorie: correttivi congiunturali di settore; correttivi congiunturali territoriali; correttivi congiunturali individuali; interventi relativi all’analisi di normalità economica; e, infine, interventi relativi all’analisi di coerenza economica.
La Commissione degli esperti, spiega la nota delle Entrate, aveva già espresso parere positivo «alla metodologia utilizzata per elaborare i correttivi alle funzioni di regressione ed alla normalità nella riunione dello scorso 2 dicembre».
Nell’ultima riunione ha verificato la validità di questi correttivi, anche sulla base delle analisi effettuate da Sose sui dati Iva e degli oltre centomila esempi pervenuti da parte delle Organizzazioni di categoria. Più nel dettaglio, l’attività di monitoraggio sull’andamento dei settori economici è stata effettuata esaminando le dichiarazioni Iva 2016 e le comunicazioni annuali Iva 2016 presentate lo scorso febbraio.
Queste analisi hanno portato alla definizione delle modifiche che terranno conto del rallentamento produttivo per 204 studi di settore. Modifiche che avranno una intensità minore rispetto a quella degli scorsi periodi di imposta perchè nel frattempo gran parte degli studi di settore sono stati revisionati assorbendo in via ordinaria una parte dei correttivi anti-crisi.
Resta aperto, naturalmente, il tema sollevato più volte dalla Commissione di esperti relativo alla necessità di una forte semplificazione dei modelli, con una drastica riduzione del numero dei dati richiesti e l’eliminazione di quelli che non rilevano ai fini della formazione dei gruppi omogenei (i cosiddetti cluster) e della stima dei ricavi.
Intanto ieri è stato pubblicato nella «Gazzetta Ufficiale» n. 75 il decreto 17 marzo 2016 del ministero dell’Economia che apporta modifiche agli studi applicabili al periodo di imposta 2015, con particolare riguardo alla territorialità. Marco Bellinazzo