FISCO: Studi di settore, modelli più leggeri (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Adempimenti. Meno righi da compilare, via i quadri «Z» e «T», niente più informazioni richieste a fini statistici
Studi di settore, modelli più leggeri
Prime bozze dei prospetti per Unico 2017 con i dati per la compliance

Studi di settore con semplificazioni in vista già dai prossimi modelli che saranno allegati a Unico 2017.
Le bozze sugli studi evoluti (provvedimento 26 febbraio 2016) diffuse dalle Entrate nel proprio sito lasciano intravedere i primi spiragli di una riduzione del numero delle informazioni richieste che, con delle differenze, anche notevoli, da studio a studio, dovrebbero, almeno nelle intenzioni della Sose (società per l’elaborazione degli studi di settore), portare a uno snellimento dei modelli.
Se questo si tradurrà in un drastico taglio dei tempi necessari alla lavorazione degli studi di settore per contribuenti e i loro consulenti è presto per dirlo. Il tutto, infatti, rischia di essere vanificato dalle tempistiche necessarie per familiarizzare con i nuovi strumenti che dovrebbero progressivamente sostituire i vecchi studi di settore con gli indicatori di compliance che manderanno presto in soffitta Gerico (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).
Per il momento c’è da dire che le informazioni richieste dai nuovi modelli in evoluzione nel 2016 dovrebbero limitarsi all’indicazione dei soli dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore; sono destinati così a sparire tutti quegli elementi di carattere statistico che fino ad oggi vengono richiesti al solo fine di attribuire i contribuenti ai vari cluster di riferimento (gruppi omogenei assimilabili per tipologia di attività svolta all’interno di uno stesso studio di settore).
In attesa di conoscere con che velocità si consumerà il passaggio di consegne fra i vecchi studi di settore ed i nuovi indicatori di compliance, è possibile già affermare che per il prossimo anno, i modelli degli studi di settore come li conosciamo oggi non dovrebbero cambiare in maniera drastica.
Infatti, a fronte di una annunciata diminuzione dei dati e soprattutto delle performances oggetto di misurazione da parte dei nuovi studi di settore, non dovrebbe cambiare né la tipologia delle informazioni fondamentali richieste, né la veste grafica del modello.
Nelle bozze degli studi evoluti per il periodo d’imposta 2016 si può notare come rimangono ferme le sei sezioni principali che già attualmente connotano gli studi di settore: il quadro A destinato al personale, il quadro B atto ad individuare l’unità locale, il quadro C modalità di svolgimento dell’attività, il quadro D elementi specifici dell’attività, il quadro E relativo ai beni strumentali utilizzati, ed quadro F (imprese) riguardanti i dati contabili.
In pratica le maggiori semplificazioni si dovrebbero registrare all’interno dei quadri C e D, con una riduzione delle informazioni richieste. Nessuna modifica o quasi invece per i dati contabili del quadro F (imprese) le cui informazioni richieste e il numero di righi con i quali vanno riclassificati costi e ricavi rimane pressoché invariato rispetto alla situazione attuale.
Dovrebbe sparire, almeno per il momento, il quadro «Z», che fino ad oggi era destinato a raccogliere i dati utili alle successive evoluzioni dei singoli studi di settore, e quello relativo ai correttivi crisi (il quadro «T») la cui funzione dovrebbe venire sostituita da un calcolo “automatico” (insito nella elaborazione gestita dal software che sostituirà Gerico), il cui impatto varierà a seconda della tipologia di attività.
Dall’analisi dei primi prototipi consultabili sul sito dell’Agenzia, va detto che, ad onor del vero, non sempre si tratta di importanti riduzioni. Ad esempio per lo studio di settore WG31U (applicazione evoluta di VG31U) per l’attività di meccanici e riparatori, la semplificazione nel quadro D (Elementi specifici dell’attività), rispetto al modello precedente, prevede l’eliminazione di soli 9 righi, rimanendo pressoché invariata la struttura odierna delle informazioni richieste (in particolare rimane il dato di dettaglio dei beni strumentali – quadro E – rimasto a quota 53 righi!). Per altri invece si parla di riduzioni un po’ più consistenti; ad esempio per lo studio WM20U (Commercio al dettaglio di articoli di cartoleria e forniture per ufficio) siamo nell’ordine di una trentina di campi in meno rispetto al recente passato, anche se va ribadito non si tratta mai di drastici cambiamenti. Lorenzo Pegorin Gian Paolo Ranocchi

Foto del profilo di Andrea Gentile

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