CORRIERE ECONOMIA
Sistema tributario. Le idee dei dottori commercialisti
Tasse & Riforme. Dodici proposte per un Fisco «amico»
Nomine e tempi certi, rapporti più equilibrati con i contribuenti e meno adempimenti inutili
Attuazione della delega fiscale, semplificazione, equità e sostenibilità. Sono questi i quattro pilastri della proposta fatta dai dottori commercialisti dell’Ordine di Milano al vice ministro dell’Economia Enrico Zanetti (anch’ egli commercialista). Si va dalla dichiarazione integrativa a favore del contribuente, alla riammissione al la rateazione di somme chieste a seguito di accertamento. Infine, tra le proposte, si affronta anche il tema del ruolo del commercialista nei rap porti telematici con l’Agenzia delle Entrate.
«Questo pacchetto di proposte -spiega Alessandro Solidoro, presidente dell’Ordine di Milano -ha un duplice significato, il primo è di rilevanza perale e ha a d1e vedere con la volontà dei commercialisti di trasformare lo slogan #Per un fisco amico in una realtà concreta. Le affermazioni di principio vedono tutti d’accordo, quando poi si scende nel concreto questo intento si perde. Esiste nna resistenza al cambiamento radicata nelle norme tributarie che è chiarissima agli occhi dl noi tecnici, ma che diventa evidente a cittadini e imprese che non vedono un cambio di passo davvero significativo. Chiediamo norme chiare nell’attuazione della delega fiscale, semplificazione, disposizioni eque e sostenibili per il contribuente. Lod1iediamo nei dodici punti presentati al viceministro».
Le competenze
Resta la seconda motivazione. «Riaffermare -continua Solidoro -il ruolo p0sitivo e propositivo della nostra professione. L’essere cinghia di trasmissione fra contribuenti e Fisco è diventato oggi sempre più difficile. Gli adempimenti si moltiplicano, le richieste al contribuente da parte degli Uffici tributari diventano massive, il nostro coinvolgimento diventa crescente. La cinghia di trasmissione richiede la giusta tensione. tirarla continuamente mette a rischio il funzionamento dell’intero motore: errori, ritardi, esasperazione degli stessi contribuenti. Questi i rischi che si corrono ad ogni scadenza mal gestita. A chi giova tutto questo?». Uno dei temi sensibili sollevati dal pacchetto di proposte è certamente quello legato ai tempi. I commercialisti si dichiarano stufi di lavorare in emergenza e con scadenze sempre variabili. «Professionisti e imprese sono purtroppo costretti a confrontarsi da diversi anni con una triste routine: la fiscalità dell’emergenza -spiega l’ex presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Giuseppe Bernoni, pioniere degli studi professionali associati e fon· datore di Bernoni Grant Thornton-. Le conseguenze di questo fenomeno negativo sono soprattutto due. Da una parte ci sono leggi che spesso richiedono adempimenti in tempi fin troppo ripidi, come quelli previsti dal rientro in Italia dei capitali all’estero. Dall’altra. Invece, abbiamo troppe norme alle quali non seguono con tempestività i decreti attuativi, come accade con la legge sulle società professionali. Fattori che in tempi di crisi economica genera no profonde incertezze nei professionisti e nelle imprese. Elementi che non contribuiscono a rafforzare la nostra competitività».
Gli ostacoli
Qµalche esempio? «Basti pensare -continua Bernoni – a tutte quelle
imprese estere che vorrebbero investire in Italia, ma sono spaventate dalla
mancanza di un quadro normativo chiaro. Ecco perché è necessario che s
realizzi al più presto un Testo unico delle imposte. Uno strumento che
contenga elementi essenziali e sia di facile interpretazione. Per realizzarlo
con efficacia, però, è indispensabile soprattutto prevedere una rapida e
drastica riduzione del volume degli adempimenti fiscali. Solo in questo
modo professionisti e aziende potranno lavorare con maggiore serenità e
produrre risultati positivi senza essere travolti dalla troppa burocrazia»-.
Adesso però bisognerebbe passare dalle proposte alla pratica.
«Abbiamo riscontrato interesse da parte del viceministro Enrico Zanetti
ricorda Solidoro -e al tempo stesso la disponibilità a valutare con i
propri tecnici le proposte. Per questo ci attendiamo a breve atti concreti per
un fisco più certo ed equo».