IL SOLE 24 ORE
Delega fiscale. Assegnati i testi dei decreti legislativi su certezza del diritto, internazionalizzazione ed e-fattura per il secondo esame parlamentare
Voluntary, copertura senza costi in più
Niente pagamenti extra per la protezione penale estesa ai periodi su cui sono scaduti i termini di controllo
ROMA. Copertura extra large per la voluntary disclosure. La presentazione della richiesta per il rientro dei capitali permetterà di accedere alla non punibilità anche per i periodi d’imposta per i quali sono già decaduti i termini di accertamento. Una sanatoria ad amplissimo raggio, dunque, che consente di mettere al riparo senza pagare anche quegli anni su cui c’era il punto interrogativo del raddoppio dei termini che avrebbe potuto rendere eccessivamente onerosa la procedura. È quanto emerge dalla seconda versione dello schema di decreto legislativo sulla certezza del diritto esaminato dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso e il cui testo (insieme a quelli su internazionalizzazione delle imprese e fattura elettronica) è stato assegnato ieri alle commissioni di Camera e Senato. La non punibilità penale e amministrativa non sarà quindi vincolata al pagamento anche degli anni pregressi, come sembrava invece dalle prime bozze della nuova versione di decreto. Il testo consegnato al Parlamento per un nuovo parere prevede, infatti, che per la causa di non punibilità (articolo 5-quinqies, comma 2 del Dl 167/2000) «si considerano oggetto della procedura di collaborazione volontaria anche gli imponibili, le imposte e le ritenute correlati alle attività dichiarate nell’ambito di tale procedura per i quali è scaduto il termine per l’accertamento». Quindi, tanto per fare un esempio, chi dovesse presentare un’istanza dichiarando un’evasione per il 2008 si vedrebbe applicare la non punibilità per quell’anno anche se poi si troverebbe a pagare solo per i redditi prodotti in annualità non decadute (in sostanza dal 2010 in poi). Come spiega la relazione tecnica al provvedimento, la nuova disposizione punta a superare l’incertezza interpretativa sul disallineamento temporale tra termine di prescrizione dell’azione penale e termine di decadenza dell’accertamento tributario. Di fatto, è una norma sblocca-voluntary che tenta di far decollare l’emersione dei patrimoni detenuti all’estero, anche se bisognerà capire tutti i reali effetti di questa ampia sanatoria anche sul passato che rappresenta una novità per il nostro ordinamento (si veda l’articolo in basso).
Nel decreto legislativo internazionalizzazione prende forma, invece, la detassazione per il rientro dei cervelli valida dal periodo d’imposta 2016 e per i tre successivi. Il trasferimento della residenza in Italia comporterà uno sconto del 30% dell’imponibile a condizione che gli interessati non siano stati residenti nei cinque anni precedenti, lavorino presso un’impresa residente in Italia in forza di un rapporto con questa società o con una controllante o controllata , siano in possesso di laurea e rivestano una qualifica di alta specializzazione.
L’importanza di una rapida approvazione dei pareri sui tre decreti assegnati ieri è condivisa dai presidenti delle commissioni Finanze di Camera e Senato. A Montecitorio, il neopresidente Maurizio Bernardo (Ap) sottolinea che serve una «risposta rapida per la voluntary disclosure». Per questo «martedì ci ritroveremo e proporrò ai colleghi di arrivare a prevedere momenti di lavoro serale e questo potrebbe portare a un’approvazione dei pareri sui tre decreti entro la fine della prossima settimana». E si sfrutteranno tutti i giorni prima della pausa estiva per chiudere anche sugli altri cinque decreti. Il presidente della commissione Finanze del Senato, Mauro Maria Marino (Pd), ha già definito il calendario: «Partiamo da martedì con l’analisi dei tre decreti appena tornati indietro. Nel frattempo i relatori avranno un po’ di tempo per scrivere i pareri. Già in settimana si dovrebbe arrivare a una bozza di questi e degli altri decreti attuativi della delega per i quali è stata già conclusa la discussione generale». Giovanni Parente