ITALIA OGGI
Voluntary, in fase due la palla agli uffici
La Direzione centrale accertamento dell’Agenzia delle entrate fa il punto della situazione in merito alla procedura di emersione e regolarizzazione dei capitali esteri e con la nota interna del 9 marzo, indirizzata alle Direzioni Provinciali, Regionali e al Centro operativo di Pescara, detta le linee guida che gli uffici cui è demandata la lavorazione delle pratiche devono seguire, al fine di organizzare e gestire in maniera efficace ed efficiente la «fase due» della voluntary.
Terminata la fase di presentazione di presentazione delle istanze di adesione alla voluntary disclosure, la fase successiva impone all’Agenzia delle entrate di coordinare e gestire la situazione attuale, fissando tempi e modalità operative che consentano di rispettare il termine del 31 dicembre 2016 per la notifica degli atti di accertamento.
Dato l’elevato numero di istanze e relazioni da smaltire (dal bilancio complessivo della procedura emergono circa 130 mila istanze cui corrispondono orientativamente 60 miliardi di materia imponibile), infatti, risulta sicuramente intelligente e quanto mai opportuna la scelta di adottare best practices comuni a tutti gli uffici che fungano da faro per chi, sul campo, si trova nella situazione di dover gestire una tale mole di lavoro, dovendo inoltre rispettare la scadenza del 31 dicembre 2016. Oltre tale data, infatti, la decadenza dei termini di accertamento determinerebbe l’insorgere delle conseguenze connesse al mancato perfezionamento della procedura, oltre a rendere inevitabilmente vano lo sforzo profuso finora da tutti i soggetti coinvolti nella regolarizzazione dei capitali esteri.
In particolare, la nota contiene linee di indirizzo, criteri da seguire e strumenti utili che forniscono alcuni spunti di riflessione in merito ai concetti di fondo cui gli uffici devono fare riferimento nell’espletamento delle pratiche di voluntary.
Speditezza nell’elaborazione e trattazione uniforme e omogenea delle pratiche. È da leggersi in tal senso la predisposizione di prospetti riassuntivi delle varie tipologie di redditi (finanziari e non) che si riscontrano frequentemente, così come la possibilità di rinvio, nell’ambito dell’estensione della motivazione degli atti da notificare, al contenuto della relazione illustrativa di accompagnamento qualora si ritenga corretto l’inquadramento giuridico e la quantificazione dei redditi, sollevando dunque i funzionari addetti dal dover riportare ogni volta le modalità di calcolo degli stessi. Per le stesse ragioni si rende opportuno l’accentramento delle pratiche in capo allo stesso funzionario nel caso di soggetti collegati che rientrino nella competenza di una stessa Direzione provinciale. In questo senso deve intendersi anche la spinta verso la condivisione delle risorse.
Ottimizzazione e razionalizzazione dei tempi di lavorazione. Al riguardo viene raccomandato il coordinamento con gli altri uffici provinciali nel caso in cui la competenza territoriale risulti accavallata, ciò per evitare duplicazioni o sovrapposizioni di attività e assicurare uniformità delle motivazioni con riferimento agli atti da notificare. Sempre al fine di un contenimento dei tempi di lavorazione, si rende auspicabile l’utilizzo massivo della posta elettronica certificata per la notifica degli atti, a seguito della possibilità prevista con l’entrata in vigore della legge 28 dicembre 2015, n. 208. Viene inoltre suggerito un approccio più semplice e immediato per lo smaltimento dei forfettari e un maggiore approfondimento, invece, per le pratiche più complesse che presentano schemi di evasione elaborati o che fanno ricorso a strutture interposte. Stefano Loconte e Carlo De Matteis