IL NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA
Dossier Corti d’appello Lecce col fiato sospeso
Distretto a rischio: relazione pronta, la risposta nei criteri La proposta I parametri Oltre al numero di abitanti il nuovo piano terrà conto anche dei carichi di lavoro Un Ddl in discussione potrebbe “sopprimere” altri quaranta tribunali
dom.27 – Tribunali, spending review atto secondo. E anche il destino della Corte di Appello di Lecce, sebbene non ci siano riferimenti specifici nella relazione in esame, è appeso all’esito dei lavori della commissione ministeriale guidata da Michele Vietti, ex vicepresidente del Csm, che ha messo a punto una proposta di disegno di legge delega che oltre a spegnere le residue speranze per quanto attiene il futuro della sezione di Taranto potrebbe, sulla scorta dei nuovi criteri, mettere in discussione i numeri che sino ad oggi hanno protetto da eventuali “tagli” la Corte d’Appello salentina. Il verdetto della commissione è previsto per il 31 marzo, e al momento nella relazione non si fa menzione di Lecce. Ma su quali presupposti Lecce rischia? La nuova riorganizzazione sarebbe stata disegnata sulla scorta di parametri che tengono conto sia dei carichi di lavoro che del numero di abitanti. Obiettivo: arrivare tendenzialmente a distretti con almeno un milione di abitanti. Tradotto in concreto significa, un ulteriore taglio dei tribunali, la razionalizzazione territoriale degli uffici di Procura generale e la previsione di una task force di magistrati in grado di operare anche in più uffici giudiziari contemporaneamente. E sarebbero proprio queste, dunque, le direttrici alla base dell’ipotesi di riforma della geografia giudiziaria messa a punto dalla commissione ministeriale. L’attuazione della delega costituirà la seconda fase del piano di ridimensionamento dei Tribunali, dopo quello effettuato nel 2012 e che ha investito anche i Giudici di Pace. Un nuovo intervento di razionalizzazione che alimenterà un ulteriore braccio di ferro tra il Governo e i territori, con il filtro delle categorie interessate: Anm, Consiglio nazionale forense (Cnf), Organismo unitario dell’avvocatura(Oua). Sulla carta si prevede una sforbiciata sensibile, che toccherà più il Sud che il Nord. Per rispondere alle nuove esigenze, a scoperture di organico e necessità delle lavoratrici madri si ipotizza l’istituzione di una sorta di task force, un ruolo speciale di magistrati che in prima assegnazione o per loro scelta, svolgano per un periodo non superiore a 5 anni, “anche in modo promiscuo”, “funzioni giudiziarie in una o più sedi”. A questo piano si affianca un nuovo intervento sugli uffici giudiziari di primo grado che punta a superare la logica di “tribunali ‘intangibili'”, come si legge nei documenti della commissione. Per questo si propone di archiviare la “regola del tre” – tre tribunali per ogni corte d’appello – e il vincolo della presenza del tribunale nei capoluoghi di provincia. Questi i criteri che lasciano dubbi:
«Un intervento che se applicato – spiega l’avvocato Nicola Artese, coordinatore della Commissione Oua (Organismo unitario dell’avvocatura) sulla geografia giudiziaria – taglierebbe un’altra quarantina di tribunali, oltre i 30 già soppressi, con relative procure, nel 2012. Non siamo contrari a una razionalizzazione, anzi. Ma pensiamo vada perseguita con una politica di redistribuzione dei carichi tra uffici e non con tagli lineari». Legando la Corte d’appello a un bacino di almeno un milione di abitanti, salterebbero e sarebbero soggette ad aggregazioni con uffici più o meno limitrofi le corti d’appello di Potenza, Campobasso, Perugia, Reggio Calabria, Caltanissetta, Messina, Bolzano, Trieste, Sassari. E a rischio, appunto, oltre a Taranto, ci sarebbe anche Lecce. Nell’ultimo biennio a Taranto i procedimenti civili sono stati 1413, mentre quelli iscritti a Lecce si attestano sui 5259. In quest’ultimo dato confluiscono anche i procedimenti di Brindisi. Il numero delle cause defilate presso la sezione di Corte d’appello di Taranto è di 1214 rispetto alle 7251 della Corte d’Appello di Lecce. Stando ai parametri, invece, non sarebbe a rischio chiusura il tribunale di Brindisi, grazie anche alla presenza in organico di 37 magistrati, ben al di sopra della soglia minima (20) per la quale scatterebbe la cesoia. E se Taranto la sua battaglia per la sopravvivenza della Sezione la sta già conducendo, Lecce si appresta ad attrezzarsi, per contrastare il rischio che processi e fascicoli siano dirottati a Bari. Una mole organizzativa, è già stato peraltro evidenziato dal palazzo di Giustizia del capoluogo regionale, che rischierebbe di mandare in tilt l’attività del tribunale. Nicola QUARANTA