IL NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA – Lecce
Le toghe per il territorio: «Fronte unico per Lecce»
In campo per mantenere la sede: «Tutti prendano posizione e la giustizia non torni ad essere un affare per i più ricchi» I numeri Bonsegna: «Lecce ha tutte le caratteristiche per rimanere in piedi» I disagi Rella: «I problemi ricadono su tutti i cittadini, costretti a pagare costi elevatissimi» L’Ordine «Nemmeno Bari sarebbe nelle condizioni di ricevere tutto il carico di Lecce»
Una posizione unitaria: è quello che chiedono gli avvocati. Una posizione che non veda in prima linea solo gli avvocati, ma che coinvolga anche magistrati e politici a tutti i livelli. Per dare una risposta netta a chi vorrebbe il taglio della Corte d’Appello di Lecce. «Perderla sarebbe un danno gravissimo», attacca l’avvocato Luigi Rella, già presidente dell’Ordine. «Ma un danno non solo per noi avvocati, ma soprattutto per l’utenza. Dobbiamo cogliere questo aspetto del problema. Io credo che oltre all’avvocatura debbano prendere posizione anche l’Associazione nazionale magistrati e tutti i politici di Brindisi, Lecce e Taranto. E per politici intendo senatori e deputati, ma anche tutti i sindaci. Perché non possono rimanere estranei a questo discorso: il problema si ripercuoterebbe sui cittadini, che non potranno certo sobbarcarsi tutte le trasferte a Bari». Secondo Rella «il problema è gravissimo e deve essere affrontato in maniera radicale e completa. È un problema aggiunge l’avvocato – di risposta di giustizia. Del resto abbiamo visto come hanno funzionato gli accorpamenti fatti finora, abbiamo visto come vengono gestite queste emergenze».
Si tratta di una «ipotesi assolutamente da scongiurare» per l’avvocato Giuseppe Bonsegna, con un passato da rappresentante territoriale nell’Oua, l’Organismo unitario dell’avvocatura. «Lecce per numeri, tradizione, dislocazione territoriale, importanza ha tutti i requisiti per rimanere attiva», spiega Bonsegna, che aggiunge: «Ricadiamo sempre nel discorso della giustizia di prossimità che va a farsi benedire. Le esigenze dei cittadini vengono ignorate, senza contare che la soppressione della Procura distrettuale lascerebbe campo libero alla criminalità». La chiusura della Corte d’Appello, infatti, porterebbe con sé altri tagli, a cascata: non ultimo quello della Direzione distrettuale antimafia. «Non portiamo avanti questa battaglia per motivi campanilistici, ma perché siamo convinti assertori che la giustizia di prossimità non è uno slogan, bensì una concreta attenzione ai diritti dei cittadini. È chiaro – prosegue Bonsegna – che tutto questo va coniugato con l’esigenza di razionalizzare, ma qui non parliamo di una differenza di qualche decina di chilometri. Con la soppressione della sede di Lecce, torneremmo sempre di più alla giustizia per ricchi».
Nel merito si era espressa nei giorni scorsi anche la neo-presidente dell’Ordine degli avvocati Roberta Altavilla. «Ovviamente c’è un problema legato al carico di lavoro della Corte d’appello, ma non solo. Ci sono questioni d’impostazione generale, e di accesso alla giustizia: spostare tutto la sede nel capoluogo regionale renderebbe il processo d’appello assolutamente problematico, sia per la mancanza di una tutela immediata sul territorio, e sia per ragioni legate alle distanze». Non solo: «Nemmeno Bari – aveva aggiunto Altavilla sarebbe nelle condizioni di accogliere il carico di lavoro della Corte di Lecce e della sede distaccata di Taranto. E peraltro verrebbero meno, a pioggia, anche altri presìdi di giustizia. Per questo tutelare la Corte d’appello di Lecce è una priorità non solo nell’interesse degli avvocati, ma anche dell’utenza e di un complessivo indotto economico». Anche la Confederazione delle libere associazioni artigiane (Claai) di Lecce si dichiara contraria a un’ipotesi del genere. Un’ipotesi, si legge in una nota «tanto insensata quanto improduttiva, un provvedimento che suonerebbe come una vera ostilità nei confronti di un’area geografica gravata dalla presenza della criminalità organizzata, la Scu, che non è certo stata debellata». A.Cel.