LA REPUBBLICA – Salerno
Salerno, la rivolta delle toghe: “Non toglieteci la Corte d’Appello”
La commissione Vietti propone nuovi criteri per la geografia giudiziaria. I magistrati: “Idea insensata”. Penalisti verso lo sciopero: “Intervenga il governatore”
Il documento conclusivo è stato appena consegnato al ministro della Giustizia Andrea Orlando. A Salerno però le toghe sono già mobilitate contro l’ipotetica soppressione della Corte d’Appello che potrebbe derivare dalle proposte elaborate dalla commissione di riforma dell’ordinamento giudiziario guidata dall’ex vicepresidente del Csm Michele Vietti. Oggi alle 10 la Camera penale si riunirà in assemblea. «Proporrò ai colleghi – afferma il presidente, l’avvocato Michele Sarno – di investire della questione il governatore Vincenzo De Luca e sottoporrò all’assemblea l’astensione dalle udienze per avere risposte dalla politica. Non ha alcun senso togliere a Salerno la Corte di Appello».
In quasi due anni di lavoro, la commissione ha affrontato tutti i principali aspetti legati all’organizzazione del pianeta giustizia. Uno dei nodi più controversi è proprio quello legato alla geografia giudiziaria. Due anni or sono sono stati accorpati alcuni tribunali istituendo un nuovo ufficio ad Aversa-Napoli Nord. Adesso l’attenzione si è incentrata prevalentemente sulle Corti d’Appello. «Sul tema della geografia giudiziaria abbiamo agito sulla base del mandanto specifico conferito dal ministro – spiega il magistrato Pina Casella, già consigliere del Csm e componente della commissione Vietti – abbiamo rilevato alcune irrazionalità nella distribuzione delle risorse. Ci sono Corti d’Appello per un territorio di 300 mila abitanti (è il caso del Molise n.d.r.) altre Corti che invece estendono la competenza su due regioni (quella di Torino che comprende anche la Val d’Aosta n. d. r.) e regioni dove (è il caso della Sicilia n.d.r.) le Corti d’Appello sono addirittura quattro».
Nella proposta non si parla però espressamente di soppressione dell’ufficio salernitano.
«I criteri ispiratori della proposta sono molteplici. E in particolare, quelli della monoregionalità e della competenza di ciascuna Corte su un bacino di almeno un milione di abitanti sono meramente tendenziali. Poi sarà la politica a prendere le decisioni», sottolinea Casella. Gli avvocati sono pronti ad alzare le barricate: «Le riforme vanno fatte tenendo presente non solo i tagli di spesa, che pure sono importanti – ragiona l’avvocato Sarno – ma anche gli interessi e i diritti dei cittadini, che verrebbero fortemente penalizzati da una chiusura della Corte d’Appello di Salerno. È un’ipotesi che non voglio neppure prendere in considerazione. Spero che il governatore De Luca, nella sua qualità di massima autorità politica del territorio, porti avanti questa battaglia». I penalisti chiederanno di essere ricevuti a Palazzo Santa Lucia e in via Arenula.
Perplessi anche i magistrati. «Ci siamo già pronunciati in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario – ricorda il presidente vicario della Corte, Claudio Tringali – e abbiamo detto chiaro e tondo che siamo contrari, ma non per interessi di campanile, bensì perché riteniamo questa operazione insensata, che aggraverà ulteriormente i tempi della giustizia arrecando danni enormi ai cittadini».
Sulla stessa linea il presidente dell’Anm locale, Massimo Palumbo, che dice: «Sarebbe un disastro. La nostra non è una mera difesa di logiche territoriali: anche l’organizzazione del lavoro di Napoli ne risentirebbe, venendo schiacciata da un peso intollerabile. Confidiamo nella ragionevolezza del legislatore, affinché si eviti una soluzione non solo assurda, ma inapplicabile». DARIO DEL PORTO