GIUDICI DI PACE: Prosegue lo sciopero dei giudici di pace, a rischio 150mila processi (ilsole24ore.com)

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Prosegue lo sciopero dei giudici di pace, a rischio 150mila processi

Adesioni massicce – mediamente sopra al 90% con punte del 100% in alcune sedi, con stop forzato ad almeno 150mila processi secondo le stime delle associazioni della categoria – per lo sciopero di una settimana, in corso da lunedì scorso, indetto dai giudici di pace per protestare contro recentissima riforma della magistratura onoraria (legge 57/2016) voluta dal Guardasigilli Andrea Orlando. Per Alberto Rossi, segretario generale dell’Unione nazionale giudice di pace (Unagipa), che insieme all’Associazione nazionale giudice di pace promuove la mobilitazione, si tratta di un «vero e proprio progetto di asservimento dei magistrati di pace ed onorari» alle direttive della magistratura professionale.

No alla magistratura onoraria “ancella” delle toghe di carriera

Una volta attuata la riforma nella sua interezza, sottolinea ancora Rossi, «i magistrati onorari diventerebbero delle mire figure ancillari alla magistratura di carriera, assoggettati a direttive nello stesso esercizio della funzione giudiziaria, impiegati anche in funzioni amministrative di competenza delle cancellerie». In particolare, le nuove norme – una legge delega che si tradurrà in decreti delegati e direttive nel giro di un anno – avrebbero l’obiettivo a «creare una forza lavoro a costo zero, scaricando oltre il 70% del contenzioso penale e civile sulla magistratura onoraria senza neppure preoccuparsi di garantirne l’indipendenza e la professionalità».

Diritti negati e regime cottimistico

Molti gli aspetti della riforma presi di mira dalle associazioni delle toghe onorarie, che in una nota attaccano il tentativo di via Arenula e del Parlamento di «appiattire verso il basso giudici di pace, giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari denegando loro i più elementari diritti lavorativi». Tra i diritti negati alla categoria Angdp e Unagipa ricordano il diritto alla pensione, alle ferie retribuite, la continuità del servizio sino all’età pensionabile e la tutela della maternità. Forti critiche anche al trattamento economico previsto dalla riforma Orlando, che confermerebbe in pratica il regime cottimistico precedente fondato su retribuzioni modeste che non garantirebbero l’imparzialità dei giudici l’autonomia degli uffici.

Denuncia in vista per il ministro Orlando

Per rafforzare le ragioni della protesta i giudici di pace hanno anche dato incarico agli avvocati di denunciare il ministro della Giustizia «per omesso versamento dei contributi previdenziali dovuti» alla categoria «in contrasto con la vincolante sentenza della Corte di Giustizia Europea del 1° marzo 2012 (cd. caso O’Brien) e malgrado le centinaia di diffide recapitate al ministero dai giudici di pace, ai quali il ministro Orlando non si è neppure scomodato per dare una risposta».

Foto del profilo di Andrea Gentile

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