LA STAMPA
REGGIO CALABRIA, POLEMICA SUL MAGISTRATO CHE NON SCRIVE LA SENTENZA DA 11 MESI
Giudice in ritardo, mafiosi liberi
Ministro e Csm aprono un fascicolo
REGGIO CALABRIA. «Nei nostri uffici giudiziari c`è sicuramente un problema di quantità di magistrati ma anche di qualità». Il procuratore
generale di Reggio Calabria Salvatore Di Landro è in attesa che sulla sua
scrivania giunga una relazione sulla discussa scarcerazione dei tre imputati per `ndrangheta nel processo «Cosa Mia» a causa dei ritardi nel deposito della sentenza d`appello. Ha chiesto al sostituto procuratore generale
che ha seguito le udienze di metterlo a conoscenza di tutti i particolari del processo terminato con condanne esemplari da ormai 11 mesi.
«Organici insufficienti» Nel frattempo, pur non volendo entrare nel merito della vicenda, il pg non si sottrae a una riflessione: «È risaputo – spiega Di Landro – che c`è una carenza di organico ed è chiaro che se un magistrato
deve scrivere cinque sentenze ci mette del tempo ma se ne deve scrivere il doppio diventa ancor più complicato.
Insomma, ci sono dei vuoti enormi, ma il problema è anche che si tenta di coprirli in modo “raccogliticcio”. Prima in Corte d`Appello si arrivava
dopo aver fatto una lunga carriera, ora è diverso. C`è anche un problema di qualità degli organici». Di Landro sembra l`unico disposto a parlare.
Il presidente della Corte d`Appello, Luciano Gerardis, preferisce non commentare, annuncia però che fornirà chiarimenti attraverso una nota
ufficiale che potrebbe essere diramata già oggi. Spiegazioni che l`ufficio giudiziario reggino dovrà fornire anche agli ispettori del Ministero della
Giustizia. Il Guardasigilli Andrea Orlando ha già dato mandato agli 007 di via Arenala di «acquisire notizie per poi eventualmente assumere iniziative
conseguenti». Il caso potrebbe arrivare presto anche davanti al Consiglio superiore della magistratura. La prima commissione di Palazzo dei Marescialli ha chiesto al Comitato della Presidenza di aprire una pratica per poter acquisire gli atti relativi al processo nato dall`operazione
«Cosa Mia». Fare luce sull`intera vicenda, è l`appello della commissione parlamentare antimafia che sottolinea il «ritardo davvero clamoroso» nel
deposito delle motivazioni.
Il vicepresidente Claudio Fava ricorda che «in tempi recentissimi abbiamo sottoposto al ministro Orlando un problema di sottodimensionamento
degli organici giudiziari a Reggio Calabria, la totale inadeguatezza sul piano dell`organico, delle risorse umane di quegli uffici che sono uffici
di frontiera, forse la frontiera più esposta d`Italia». Dal Pd è intervenuto il responsabile Giustizia, David Ermini, che ha presentato un`interrogazione
al ministro della Giustizia in merito «alla “drammatica” situazione del sistema giudiziario della Calabria e, in particolare, rispetto a quanto accaduto nel processo denominato “Cosa Mia”».
I parlamentari del Movimento Cinque Stelle parlano di sconfitta dello Stato: «Che segnale si dà ai cittadini onesti? Che cosa è successo deve
essere chiarito. Questa situazione mette a rischio la stessa credibilità della magistratura, andremo fino in fondo». GAETANO MAZZUCA