GIUSTIZIA, A MILANO LA SENTENZA DI UN GIUDICE “BOICOTTA” IL PROCESSO TELEMATICO: CONDANNA A 5MILA EURO UNA DELLE PARTI PERCHÉ UN AVVOCATO NON AVEVA RILASCIATO LA “COPIA DI CORTESIA”

COMUNICATO STAMPA

GIUSTIZIA, A MILANO LA SENTENZA DI UN GIUDICE “BOICOTTA” IL PROCESSO TELEMATICO: CONDANNA A 5MILA EURO UNA DELLE PARTI PERCHÉ UN AVVOCATO NON AVEVA RILASCIATO LA “COPIA DI CORTESIA”

 

L’OUA CHIEDE ALLA MAGISTRATURA E AL MINISTRO ORLANDO

CHE SI FACCIA CHIAREZZA SULLA VICENDA

 

MIRELLA CASIELLO, OUA: “GLI AVVOCATI PER ‘CORTESIA’, APPUNTO, SOPPERISCONO AI PROBLEMI DI UN PROCESSO CIVILE TELEMATICO NON ANCORA A REGIME…E UN MAGISTRATO, INVECE, CONDANNA QUESTA DISPONIBILITÀ. INACCETTABILE, SI INTERVENGA O SARÀ PROTESTA”

 

Il tribunale di Milano, con sentenza n. 534 del 15 gennaio scorso ha condannato una parte al pagamento di 5mila euro (ex art. 96, III comma, c.p.c) perché il proprio avvocato non aveva depositato le “copie cortesia” previste dal Protocollo siglato tra il medesimo Tribunale e l’Ordine degli Avvocati di Milano.

 

Per Mirella Casiello, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, è «una sentenza assurda: la copia di cortesia è uno strumento per sopperire i deficit di un processo civile telematico (Pct) non ancora a regime. Non è possibile che si trasformi in una “ghigliottina” sul lavoro degli avvocati. L’atteggiamento del magistrato oltre che ingiusto, di fatto, mette in discussione il grande sforzo dell’avvocatura e degli altri operatori della giustizia affinché sia efficace il nuovo sistema, e, quindi, mettendo a rischio il buon funzionamento del Pct».

 

«Chiediamo alla magistratura, al Csm, al presidente del Tribunale di Milano e, quindi, al Ministro Orlando – conclude Casiello – di fare chiarezza su questa vicenda».

 

Roma, 18 febbraio 2015

2015.02.18 – Sentenza giudice Milano

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