IL SOLE 24 ORE
Civile. Consenso sull’emendamento al decreto legge sul diritto fallimentare
Cade il silenzio assenso da parte dei creditori
Inserita anche la norma per permettere l’attività di Ilva
Milano. Cancellare il silenzio assenso dei creditori dalla Legge fallimentare. Impedire ai creditori la possibilità di presentare proposte concordatarie concorrenti quando il debitore, attraverso la propria proposta e il relativo piano, ha manifestato la volontà di continuare a gestire direttamente l’attività d’impresa. Rimuovere l’incompatibilità tra curatore e commissario. Introdurre forme di limitazione dei costi delle procedure. Sono questi i contenuti di alcune delle più praticabili proposte di emendamenti al decreto legge giustizia civile sul versante fallimentare. Il punto è stato fatto ieri pomeriggio a un convegno milanese organizzato dai locali Ordini dei dottori commercialisti e degli avvocati, cui ha partecipato, tra gli altri il relatore al decreto David Ermini, deputato e responsabile giustizia del Pd.
Ieri scadeva il termine per la presentazione degli emendamenti. Ma per relatore Governo c’è ancora tempo. E proprio da Ermini dovrebbero arrivare altre proposte sul tema del personale del ministero della Giustizia, sul estensione al processo contabile e amministrativo di elementi del processo civile telematico. Da parte del Governo è stato depositato ieri un emendamento al decreto legge giustizia civile con il quale vi viene innestata la parte dedicata a Ilva, o meglio all’esercizio dell’attività d’impresa negli stabilimenti di interesse nazionale: l’emendamento permette la prosecuzione dell’attività anche in presenza di un provvedimento di sequestro da parte dell’autorità giudiziaria per violazione alle norme a presidio della sicurezza dei lavoratori. L’originario decreto Fincantieri-Ilva, per potere garantire l’approvazione delle disposizioni entro agosto, viene così spacchettato, con la prima parte che invece andrà a confluire in emendamenti al decreto legge enti locali. Restando invece alla parte del decreto legge dedicata alle crisi d’impresa, si profila la rimozione da tutta la Legge fallimentare del silenzio assenso, caldeggiata anche da Confindustria, per i creditori che non partecipano alle operazioni di voto in sede di adunanza. Un meccanismo che rischia di avere un effetto distorsivo in un sistema che rimette la valutazione della convenienza delle proposte concordatarie solo ai creditori. Infatti, trasformando il silenzio dei creditori, che non esprimono il voto, in voti favorevoli, consente l’approvazione delle proposte da parte di un numero esiguo di soggetti, a danno dell’asse composto da piccoli e medi creditori commerciali. Giovanni Negri