COMUNICATO STAMPA
INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO, PER L’AVVOCATURA URGENTE CONTINUARE SULLA STRADA DELLE RIFORME
OUA: LE RISORSE DELLA GIUSTIZIA SI INVESTANO NELLA GIUSTIZIA. NON SIAMO IL BANCOMAT DEGLI SPRECHI DI ALTRI SETTORI
MIRELLA CASIELLO, PRESIDENTE OUA: “Risorse adeguate e autogestite, riforma organica di civile e penale. Riduzione dei riti e semplificazione. Riorganizzazione degli uffici, best practices e processo telematico. Quindi potenziamento del ruolo sussidiario degli avvocati per ridurre il contenzioso e l’arretrato. Tra le priorità il rafforzamento del patrocinio a carico dello stato per un’efficace tutela dei ceti più deboli”
Oggi, nella cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario presso la Corte di Appello di Lecce, è intervenuta il presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura – O.U.A. -, Mirella Casiello. Nel corso del suo intervento, la massima esponente della rappresentanza politica forense ha posto sul tavolo diverse questioni (vedi intervento integrale) per rilanciare il processo riformatore.
Mirella Casiello si è intanto rivolta al Governo e al ministro Orlando, che interveniva presso la Corte di Appello di Genova: «Con il ministro Orlando abbiamo rotto un muro di incomunicabilità lungo molti anni e contribuito al varo di alcuni provvedimenti parziali ma che possono essere utili per avviare un processo riformatore del settore. Finalmente, tutti riconoscono l’importanza e il ruolo costituzionale degli avvocati, protagonisti insieme ai magistrati della giurisdizione, come testimoniano anche tutti gli interventi di ieri alla cerimonia tenutasi alla Corte di Cassazione, compreso quello del Guardasigilli e delle massime autorità della magistratura. Ma non basta, ora è giunto il momento di riprendere con urgenza la strada delle riforme».
Il presidente dell’Oua, quindi, fa una premessa: «Le risorse della giustizia si investano nella giustizia», e attacca: «Non siamo il bancomat degli sprechi di altri settori».
«Non è possibile – continua Casiello – che in questi anni siano aumentati esponenzialmente i costi di accesso per i cittadini e nel contempo non siano cresciuti gli investimenti per modernizzare il settore. Servono stanziamenti adeguati e autogestione delle entrate per fare davvero una riforma organica del civile e del penale».
Quindi, il Presidente dell’Oua elenca alcuni degli elementi di riflessione e di proposta avanzati dall’Avvocatura: «Semplificazione, ma anche organicità e condivisione, queste dovrebbero essere le parole d’ordine dei prossimi provvedimenti da varare e quindi: riduzione dei riti, riorganizzazione degli uffici, estensione delle best practices e del processo telematico. Non solo: potenziamento e valorizzazione del ruolo degli avvocati per ridurre il contenzioso e l’arretrato. Tra le priorità, anche, il rafforzamento del patrocinio a carico dello stato per un’efficace tutela dei ceti più deboli. Soprattutto in un Paese ancora sotto lo scacco di una lunga crisi economica».
Quindi Casiello, facendo riferimento al suo intervento ricorda la necessità di «uscire dalla stucchevole contrapposizione tra la tutela dei cittadini e quella delle imprese». «Purtroppo in questi anni – spiega – una visione distorta ed economicista ha portato a politiche improntate solo alla deregulation, comprimendo tanto il ruolo libero professionale dell’Avvocatura, svilendo le sue caratteristiche fondanti, quanto l’idea stessa della giurisdizione, puntando su corsie preferenziali per le imprese e lasciando nella “terra di nessuno” la giustizia ordinaria, quella di tutti i giorni, derubricata a ostacolo per lo sviluppo del Paese. Al governo Renzi, al ministro Orlando, alla Magistratura, ma anche agli attori della vita politica, mezzi di comunicazione, università, sindacati, Confindustria, chiediamo di uscire da questo equivoco pericoloso: la giustizia è un bene universale e pubblico e la sua organizzazione è declinabile anche con gli strumenti della sussidiarietà affinché sia efficace ed efficiente per tutti».
Infine, il Presidente dell’Oua conclude con un auspicio: «Senza cadere nell’emergenzialismo e nel sensazionalismo, cattivi consiglieri di ogni riforma, è urgente affrontare la riforma del penale (obbligatorietà dell’azione penale, archiviazione – laddove possibile – dei reati minori ecc.), della prescrizione, aggredendo il problema della corruzione, uno dei “cancri” dell’Italia, della grande criminalità organizzata ed economica e dando risposte adeguate e di civiltà alla crescente preoccupazione nelle nostre città sui temi della sicurezza. Tutte questioni che si intrecciano con il problema della condizioni carcerarie dei detenuti, oggetto di molteplici richiami dell’Europa».
Lecce, 24 gennaio 2015
INTERVENTO INTEGRALE DEL PRESIDENTE OUA
Sig. Presidente,
Autorità tutte presenti in Aula.
Oggi non mi dilungherò in tecnicismi.
Parlerò di politica, perché come Organismo di rappresentanza politica dell’Avvocatura, espressione democraticamente eletta dal Congresso Nazionale Forense, non possiamo esimerci dall’affrontare il “capitolo giustizia” sotto questa lente, mettendo sul tavolo il punto di vista di chi ha un ruolo costituzionale, al pari di quello ricoperto dalla magistratura, e che ha come suo principale obiettivo la tutela dei diritti dei cittadini.
La riforma della giurisdizione è uno degli argomenti principali di ogni programma elettorale, ma in questi anni si è fatto poco e male. Anzi, per oltre venti anni questo è stato un vero e proprio campo di battaglia. Un terreno per aspre, e spesso sterili, contrapposizioni. Il penale, il carcere, la sicurezza dei cittadini, da un lato; dall’altro il civile, le imprese e i lavoratori, la famiglia e i minori, lo sviluppo del Paese, la competitività del Sistema-Italia: due medaglie di una giustizia che è stata laboratorio di provvedimenti disorganici, senza risorse, spesso senza il necessario dialogo con l’avvocatura.
Nell’anno appena trascorso, finalmente, una nota positiva: grazie all’impegno del Ministro Orlando, è stato possibile il confronto e sono stati varati alcuni primi interventi recepiscono, anche se parzialmente, le proposte della Avvocatura.
Ma molto c’è ancora da fare. Lungo la strada sembra che abbiamo perduto l’idea di una riforma complessiva del sistema.
Tanti i nodi irrisolti:
· il ddl delega sul civile
· la riduzione dei riti
· la reale messa a regime del processo telematico in tutti i tribunali
· lo smaltimento dell’arretrato
· una seria revisione della geografia giudiziaria e della stessa organizzazione degli uffici e, quindi, la diffusione delle best practices
· quindi la “madre” di tutte le questioni: le risorse. La giustizia produce risorse sufficienti a finanziare la sua attività e la sua modernizzazione, invece, assistiamo da anni ad aumenti del contributo unificato e delle spese per i cittadini: a fronte di tutto ciò una costante riduzione degli investimenti.
Purtroppo la filosofia di fondo continua ad essere una sola: aumentare i costi per ridurre l’accesso al servizio, un obiettivo deflattivo che denuncia la volontà di continuare a prefigurare la giustizia con una chiara caratteristica di universalità.
Tutti assieme dobbiamo impegnarci per ridurre il contenzioso, ma favorendo la cultura della negoziazione, senza imposizioni o tasse capestro, riconoscendo, al contempo, il diritto dell’Avvocato al giusto compenso (anche quando il cittadino può usufruire del patrocinio a spese dello Stato).
Tutti assieme dobbiamo uscire dalla stucchevole contrapposizione tra la tutela dei cittadini e quella delle imprese.
Purtroppo, invece, in questi anni una visione distorta ed economicista ha portato a politiche improntate solo alla deregulation, comprimendo tanto il ruolo libero professionale dell’avvocatura, svilendo le sue caratteristiche fondanti, quanto l’idea stessa della giustizia, puntando su corsie preferenziali per le imprese e lasciando nella “terra di nessuno” la giustizia ordinaria, quella di tutti i giorni, derubricata a ostacolo per lo sviluppo del Paese.
Al governo Renzi, al ministro Orlando, alla Magistratura, ma anche agli attori della vita politica, ai mezzi di comunicazione, all’università, ai sindacati, a Confindustria, chiediamo di uscire da questo equivoco pericoloso: la giustizia è un bene universale e pubblico e la sua organizzazione è declinabile anche con gli strumenti della sussidiarietà affinché sia efficace ed efficiente per tutti.
Il libero mercato è garanzia dei diritti, deve favorire lo sviluppo del Paese, della nostra democrazia.
Con la stessa urgenza, ma senza cadere nell’emergenzialismo e nel sensazionalismo, cattivi consiglieri di ogni riforma, si deve affrontare la riforma del penale (obbligatorietà dell’azione penale, archiviazione – laddove possibile – dei reati minori, ecc..), della prescrizione, aggredendo il problema della corruzione, uno dei “cancri” dell’Italia, della grande criminalità organizzata ed economica e dando risposte adeguate e di civiltà alla crescente preoccupazione nelle nostre strade sui temi della sicurezza. Tutte questioni che si intrecciano con il problema della condizioni carcerarie dei detenuti, oggetto di molteplici richiami dell’Europa.
Tutti temi che si inseriscono in un contesto globale, dove l’instabilità e le guerre in diverse zone dell’area mediterranea e medio-orientale e subsahariana, il terrorismo internazionale, la crisi economica e l’immigrazione, sono fattori determinanti per ripensare politiche di riforma della giustizia, dell’accoglienza, dei diritti.
Gli avvocati su tutto ciò hanno molto da dire.
E ci auguriamo che vorrete ascoltarci.