GIUSTIZIA, OUA: RENZI RIMANDATO A SETTEMBRE

NICOLA MARINO, OUA: “LA RIFORMA CHE NON C’E’ E, TITOLI A PARTE, LA
RIVOLUZIONE E’ SOLO UN POWER POINT CON UN ELENCO DI PRINCIPI
ANCHE CONDIVISIBILI. SERVE UN INCONTRO URGENTE CON IL MINISTRO
ORLANDO, E NON SOLO SUL PCT, INVECE DI IMPROBABILI CONSULTAZIONI
ONLINE SU TEMI, OLTRETUTTO, MOLTO TECNICI”
L’Organismo Unitario dell’Avvocatura critica l’interruzione del confronto con gli avvocati sulla
complessiva riforma della giustizia, (prosegue, invece, il dialogo sull’attuazione del processo civile
telematico-pct) e chiede un incontro urgente con il Ministro Orlando, contestando allo stesso tempo la
politica degli annunci culminata con la conferenza stampa di lunedì del premier Renzi.
Per Nicola Marino, presidente Oua, “abbiamo assistito ieri a un vero e proprio rinvio, Renzi è stato
rimandato a settembre, ma è riuscito ugualmente a prendere le prime pagine dei giornali con la
presentazione di 12 enunciazioni di principio, complessivamente condivisibili (alcune fortemente
criticabili), in alcuni casi anche frutto del dialogo con l’avvocatura.
Comprendiamo l’ingorgo legislativo e non pensiamo sia grave questo slittamento dei tempi, ma
critichiamo l’interruzione del dialogo in corso, meno che sul tavolo del Pct, e la mancata, fino ad ora,
comunicazione dei contenuti dei testi che verrannno approvati a settembre, ma che, a detta dello stesso
Renzi, sono già pronti. Soprattutto sul civile. Non vorremmo che questi decreti venissero approvati
senza l’ulteriore consultazione dell’avvocatura, come avvenuto con il recente provvedimento sulla
riforma della pubblica amministrazione”.
“La rivoluzione non si fa con un indirizzo email e neppure con un power point – conclude Marino – è
un processo complesso, che deve portare a cambiare radicalmente la nostra giustizia, garantendo
efficienza senza penalizzare ulteriormente i cittadini, come avvenuto ancora una volta con l’ennesimo
(in pochi anni oltre il 150% in più) aumento del contributo unificato sul processo civile telematico (che
pagano i cittadini, vogliamo sottolineare). Allo stesso tempo, pur apprezzando ogni forma di
coinvolgimento degli italiani nella soluzione dei problemi del Paese, facciamo fatica a comprendere
come argomenti molto tecnici, come la riforma del processo penale e civile, possano passare per una
consultazione online. Se poi emergesse che la proposta con più consenso è la controversa questione
della responsabilità civile dei magistrati, che succede? Forse, sarebbe opportuno che il Ministro Orlando
riprendesse in mano le redini del dialogo, convocando le parti sociali”.
Roma, 2 luglio 2014
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