ITALIA OGGI
CONSIGLIO DEI MINISTRI/ Disco verde a un decreto per ridurre il contenzioso
Cause fiscali, ecco i rinforzi
Daranno una mano in Cassazione 70 giudici ausiliari
Rinforzi in Cassazione per smaltire le pendenze tributarie. Attraverso 70 giudici ausiliari, scelti anche tra avvocati e docenti universitari, che resteranno in carica cinque anni e saranno pagati 200 euro per ogni processo chiuso. Lo prevede lo schema di decreto legge approvato ieri dal consiglio dei ministri, recante «Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per garantire la ragionevole durata del processo e per l’efficienza degli uffici giudiziari».
Lo schema, messo a punto dal ministero della giustizia, guidato da Andrea Orlando, suddiviso essenzialmente in due parti, da un lato, introduce una serie di modifiche della procedura davanti alla Suprema corte volte a contenere al minimo i tempi della giustizia e, dall’altro, con i primi 11 articoli, detta norme specifiche per deflazionare il contenzioso tributario pendente presso la Corte di cassazione, rimpinguandone l’organico. Si prevede, in particolare, l’ingresso di un massimo di 70 giudici ausiliari tra magistrati ordinari e consiglieri di Cassazione a riposo da non più di tre anni, scelti fra avvocati e docenti universitari che, alla data di presentazione della domanda, non abbiano compiuto i 75 anni di età. L’incarico di giudice ausiliario avrà durata quinquennale, con cessazione anticipata al compimento del settantottesimo anno di età. Ai giudici ausiliari così nominati, che il primo presidente assegnerà alla sezione tributaria, sarà attribuita un’indennità onnicomprensiva trimestrale di 200 euro per ogni provvedimento che definisce il processo (anche in parte o nei confronti di alcune delle parti), fino a un massimo di 30 mila euro annui. Lo schema punta a evitare il rischio di un collasso della Cassazione. Come documentato dal Rapporto 2016 della Banca mondiale, la giustizia italiana, pur classificandosi al secondo posto in termini di «qualità del servizio» (dietro solo al Regno Unito), schizza addirittura al centoundicesimo in rapporto ai «tempi e costi» di risoluzione delle controversie, disincentivando marcatamente lo sviluppo dell’iniziativa economico privata. In questo scenario la Corte di cassazione è l’istituzione che più di tutte risulta congestionata nella propria efficienza in considerazione dell’ontologica incapacità del proprio organico a far fronte ai nuovi ricorsi che ogni anno vengono presentati (stimati in circa 80 mila) che, conseguentemente, finiscono per aggravare una situazione sempre più irrecuperabile (si veda anche tabella in pagina). Con riferimento alla materia civile, in particolare, nonostante i ripetuti aumenti delle spese di giustizia, vengono iscritti ogni anno circa 30 mila processi (con un arretrato che si aggira intorno ai 100 mila) dei quali circa la metà riguardano la sezione tributaria. Giancarlo Marzo