GOVERNO: Giustizia penale, colpa medica, ius soli: tante le leggi nel limbo (L’Unità)

L’UNITA’

Giustizia penale, colpa medica,
ius soli: tante le leggi nel limbo
Con la fine del governo rischio stop e oblio per provvedimenti anche
di forte impatto sociale, culturale e ambientale. Molti fermi al Senato

Addio riforma della pubblica amministrazione, frenata brusca per quella della
giustizia penale. Fiato sospeso per la revisione della colpa medica e l`arginai
costi esorbitanti della medicina difensiva. Rischio oblio per lo stop alla cementificazione del suolo. Insomma se alcuni traguardi storici sono raggiunti, vedi la legge sulle Unioni civili, diversi provvedimenti emblematici del governo Renzi rischiano ora di rimanere zoppi, se non di finire affossati. Così come altre leggi che avrebbero potuto avere una forte eco sociale: da quella contro il bullismo sul web a quella per il doppio cognome ai figli.
Leggi al passo con la società.
La fine del governo Renzi dopo 1.017 giorni si traduce nell`arresto dell`iter per tutta una serie di interventi legislativi. Che ora sperano in un esecutivo di transizione, le cui priorità però rimangono un`incognita. A oggi, il dato di fatto è il rischio che cadano nel dimenticatoio vari interventi di immediato impatto sociale, che avrebbero permesso di recuperare ritardi storici del Paese sul fronte dei diritti. Due anni fa la Camera ad esempio aveva approvato la legge sul doppio cognome ai figli. Rafforzato dalla recente sentenza della Consulta sul via libera al cognome materno per la prole, il provvedimento aveva appena ritrovato un clima favorevole e ora rischia di trovarsi surclassato dalle emergenze di un contesto politico in piena evoluzione.
Così come la legge contro il cyberbullismo, da poco licenziata dalla
Camera (oggetto di dibattito per le modifiche e l`estensione di alcuni provvedimenti anche ai maggiorenni) e quella per la legalizzazione della Cannabìs, rimasta in commissione alla Camera. Il nuovo fiato dato dalla vittoria del No a Lega e M5s rende poi più che in salita il cammino della legge sullo Ius Soli per la cittadinanza ai ragazzi nati in Italia da genitori stranieri: un traguardo di civiltà e solidarietà sfumato. Sul fronte ambientale, rimane a metà strada lo stop al cemento selvaggio (in attesa del via libera del Senato, dopo quello della Camera a maggio), in un Paese purtroppo ad altissimo tasso di consumo di suolo. Ma anche la legge per salvare i paesini a rischio
spopolamento, e sempre perla navetta tra i due rami del Parlamento: la
Camera ha già detto sì, il testo è fermo al Senato. Più complicato l`iter per la riforma della governance dei parchi, passata al Senato ma non ancora alla Camera e comunque osteggiata da una serie di associazioni ambientaliste.
Proprio ieri poi dopo diversi rinvii avrebbe dovuto riprendere l`iter al Senato
per il testo sulla responsabilità dei medici, relatore Federico Gelli, responsabile Sanità del Pd. Regolare in modo nuovo la colpa medica aveva l`obiettivo di porre un argine alla crescita esponenziale della medicina difensiva, con le sue ricette spesso inutili a scopo precauzionale, e i conseguenti costi a carico del sistema sanitario. Con già sette articoli
approvati su tredici, la novità era davvero in dirittura d`arrivo. Tutto rinviato.
Proprio oggi poi sempre a palazzo Madama era prevista la discussione del ddl
del governo di riforma del processo penale. Riforma annunciata da Renzi già
nel 2015, per garantire tra l`altro la durata ragionevole dei processi, il ddl punta a modificare anche le norme su prescrizione e intercettazioni. Dopo un lungo confronto con l`Anm, il Guardasigilli Andrea Orlando aveva convinto l`associazione ora guidata da Piercamillo Davigo a pronunciarsi per un`accelerazione dell`esame al Senato. Slittata a dopo il referendum per posizioni diverse all`interno della stessa maggioranza, ora con la brusca fine del mandato rimangono sospese l`inasprimento delle pene per il reato di scambio elettorale politico-mafioso (reclusione da sei a dodici anni, invece
dei quattro-dieci attuali) e per alcuni reati contro il patrimonio molto sentiti
dall`opinione pubblica come il furto in abitazione e con strappo, il furto aggravato e la rapina.
Furbetti e ricollocamento
Orlando non è l`unico ministro a vedere il proprio principale obiettivo azzoppato. Marianna Madia ha dato il volto alla legge delega per la riforma della pubblica amministrazione. Il colpo inflitto dalla Consulta 1124 novembre – quando ha dichiarato incostituzionale la riforma perché prevedendo solo un «parere» della Conferenza Stato Regioni violava
l`autonomia delle Regioni – era già di per sé difficile da riassorbire. Ora si dovrà cercare la volontà politica comune per riformulare la legge delega puntando all`«intesa» vincolante con le Regioni in un contesto del tutto diverso. Nel limbo finiscono così alcuni degli interventi più radicali, a cominciare da quelli sulle partecipate e sui dirigenti. Più diretto l`effetto del referendum sul Jobs Act. La vittoria del No fa sì che il ricollocamento
rimanga oggetto di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, il primo non
potrà dunque intervenire in prima persona, come invece prevedeva il Jobs Act con l` istituzione del portale nazionale delle politiche del lavoro. Adr. Com.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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