MONDOPROFESSIONISTI
Oua. Gratuito patrocinio, la soluzione c’è, ma serve volontà politica
Questo il messaggio dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura affinché si potenzi il patrocinio a spese dello stato, tutelando chi, di fatto, rende possibile tutti i giorni la difesa dei diritti dei meno abbienti nel nostro Paese.
È proprio ieri alla Camera è stato presentato dagli stessi firmatari un disegno di legge che punta a sanare il grave ed endemico problema dei ritardi nei pagamenti dei legali che esercitano il cosiddetto “gratuito patrocinio” da parte degli onorevoli: Anna Rossomando, Maino Marchi, Federico Massa, Simonetta Rubinato e Mino Taricco. Nel corso dei lavori, Mirella Casiello, presidente Oua, ha ricordato come questa iniziativa legislativa nasca proprio dalla spinta di diverse prese di posizione e deliberati anche dell’organismo di rappresentanza politica forense, quindi ha sottolineato, come “tra i vari nodi irrisolti delle politiche degli ultimi Governi per quanto riguarda la giustizia c’è il rafforzamento del patrocinio a carico dello stato per i meno abbienti, in un Paese ancora in balia di una grave crisi economica. Ancor di più alla luce dei nuovi istituti previsti nel processo civile, ora esclusi da questo sistema, come la negoziazione assistita.
In Italia assistiamo a un impoverimento progressivo della classe media e, quindi, a un aumento della platea di aventi diritto al patrocinio a spese dello Stato: quasi un quarto della popolazione, ma le risorse previste per questo servizio non sono cresciute proporzionalmente. Siamo il Paese che meno spende in Europa, perché si scarica tutto sugli avvocati, con parcelle misere, circa 600 euro per una causa che dura anni, oltretutto pagate con ritardi vergognosi. Nel nostro Paese la giustizia è sempre di più ‘una roba per ricchi’, e l’assistenza per i più poveri è ormai a spese dell’avvocato, non dello Stato.
In questo, senso salutiamo con favore la presentazione di un ddl, prima firmataria Anna Rossomando, per trovare soluzioni ad alcuni di questi problemi e cercando di ridurre almeno l’esposizione economica dei professionisti attraverso la compensazione volontaria dei propri crediti professionali per il gratuito patrocinio con le imposte, come appunto fanno le aziende con i crediti Iva.
“È l’uovo di Colombo – dice la Rossomando – per rendere effettivo il diritto al gratuito patrocinio per i meno abbienti: visto che lo Stato non paga (o ci mette troppo, oltre due anni come accade ora) scatta la compensazione fiscale, e gli avvocati che ne hanno diritto possono detrarre quanto spetta loro da Irpef, Iva, contributi previdenziali. Il tema del gratuito patrocino per i cittadini non abbienti – sostiene la Rossomando – ha a che fare con la tutela del diritto alla difesa per i cittadini: affinché tale diritto sia effettivo e reale, la legge prevede che lo Stato intervenga quando necessario, ma questo istituto va al rallentatore a causa della lentezza con la quale vengono erogati i compensi”.