I LIBERI PROFESSIONISTI IN RETE CONTRO LA CRISI ECONOMICA E PER MODERNIZZARE UN SETTORE PRODUTTIVO DEL NOSTRO PAESE CHE IMPEGNA OLTRE 3MILIONI DI PERSONE

Maurizio de Tilla, presidente della Fondazione Carmignani ( alla quale aderisce l’O.U.A. insieme alle Istituzioni e alle Associazioni Forensi) lancia la “Rete Dei Saperi”, una piattaforma di servizi sul territorio per le professioni intellettuali in relazione con le Regioni e l’Europa Secondo l’analisi della Fondazione Giuliana Carmignani (alla quale aderisce l’O.U.A insieme alle istituzioni e alle associazioni forensi. Di seguito al comunicato, il testo integrale), assistiamo a una forte difficoltà dell’area delle libere professioni rispetto alle mutate sfide della società contemporanea e per quanto riguarda il nodo della rappresentanza sociale e politica. Una situazione resa ancora più complicata da leggi inappropriate che tendono a mettere sullo stesso piano le imprese e il mondo dei professionisti, nonché dalle conseguenze di una forte crisi economica. «I sistemi delle imprese industriali, artigianali e del commercio – spiega Maurizio de Tilla, presidente della Fondazione Carmignani – si sono da lungo tempo dotati di strutture di servizio capaci di sup¬portare efficacemente i processi di sviluppo del proprio settore eco¬nomico. Ciò ha consolidato la capacità di essere realmente al servizio dei propri utenti e contemporaneamente ne ha rafforzato la presenza e forza politica sullo scenario delle scelte programmati¬che interessanti il loro settore economico. I diversi momenti di concertazione sul territorio sono infatti fortemente caratterizzati dalla presenza di questi attori che con le loro indicazioni sono ca¬paci di influenzare fortemente le scelte programmatiche nazionali e locali. Le professioni in questi tavoli dove sono?». Secondo de Tilla «è realmente paradossale constatare che mentre gli altri settori difendono efficacemente i propri interessi e le proprie scelte, il mondo delle professioni è sostanzialmente assente. Il dialogo tra mondo professionale e gli enti territoriali è, infatti, inadeguato. Tutto questo as¬setto non può perdurare, pena l’emarginazione del si¬stema professionale». «Al momento la situazione è critica – continua – il mondo professionale non è presente nelle politiche europee. Per esempio quando si definiscono le risorse da desti¬nare al finanziamento delle imprese, ciò avviene anche con riferi¬mento al sistema professionale che, tuttavia, sparisce del tutto nella fase attuativa. Non si è funzionali ad offrire costi di servizio comuni a condizioni economiche favorevoli e non si è in grado di generare risorse da impegnare in una organizzazione comune. Non solo: complessivamente non si riesce a interloquire su temi fondamen¬tali della semplificazione amministrativa proponendo il sistema delle professioni come interlocutore primario della pubblica ammi¬nistrazione». «Occorre cambiare totalmente indirizzo – conclude de Tilla – è necessario costruire una sede interdisciplinare in cui, senza vincoli, il mondo professionale trovi condizioni operative ottimali, funzio¬nali alle esigenze poste dalle nuove politiche europee, ma anche capacità di lavorare sui temi dello sviluppo economico e civile del Paese. Un soggetto attrezzato per erogare servizi completamente fun¬zionale allo sviluppo delle professioni a costi competitivi e con ca¬pacità di altissimo livello è condizione fondamentale per superare questa situazione. È necessario che le professioni siano radi¬cate nel territorio raccordandosi in una “Rete dei saperi” che possa costituire il nucleo fon¬damentale in cui il sapere professionale troverà sviluppo ed effica¬cia. Il progetto – particolarmente curato dall’avv. Nino Ferrelli – è promosso dalla Fondazione Giuliana Carmignani e trae fondamento nell’affermazione che le professioni costituiscono importanti interlocutori delle Regioni e delle altre Istituzioni territoriali. Lo scopo dell’iniziativa della “Rete dei saperi” è quello di individuare uno spazio operativo regionale dedicato alle professioni. Il tema delle professioni appare centrale rispetto agli obiet¬tivi prioritari della qualificazione del capitale intellettuale, della promozione di migliori condizioni di accesso e di permanenza nel mercato del lavoro, della crescita economica, della competiti¬vità e dell’innovazione». Roma, 20 giugno 2011 LA RETE DEI SAPERI – SERVIZI PER LE PROFESSIONI INTELLETTUALI. LE REGIONI E L’EUROPA. UN PROGETTO DELLA FONDAZIONE GIULIANA CARMIGNANI di Maurizio de Tilla – Presidente O.U.A. e Fondazione Giuliana Carmignani L’evoluzione e l’importanza del sistema dei servizi per lo svi¬luppo delle professioni appare sempre più come il vero traguardo verso cui le professioni devono incamminarsi. I sistemi delle imprese industriali, artigianali e del commercio si sono da lungo tempo dotati di strutture di servizio capaci di sup¬portare efficacemente i processi di sviluppo del proprio settore eco¬nomico. Ciò ne ha consolidato la capacità di essere realmente al servizio dei propri utenti e contemporaneamente ne ha rafforzato la presenza e forza politica sullo scenario delle scelte programmati¬che interessanti il loro settore economico. I diversi momenti di concertazione sul territorio sono infatti fortemente caratterizzati dalla presenza di questi attori che con le loro indicazioni sono ca¬paci di influenzare fortemente le scelte programmatiche nazionali e locali. Le professioni in questi tavoli dove sono? È realmente paradossale constatare che mentre gli altri settori difendono efficacemente i propri interessi e le proprie scelte, il mondo delle professioni è sostanzialmente assente. Non è que¬sto lo scenario ove gli ordini e collegi, anche in relazione alle loro finalità istituzionali, possono validamente rappresentare il mondo delle professioni. Qui si discute infatti di attività da intra¬prendere, di obiettivi da perseguire ed in tal senso gli ordini pro¬fessionali dediti per legge alle attività istituzionali non appaiono come gli interlocutori possibili per politiche di sviluppo economico e territo¬riale. Il dialogo tra mondo professionale e gli enti territoriali è, infatti, inadeguato. Tutto questo as¬setto non può perdurare, pena l’emarginazione del si¬stema professionale che a questo punto sarebbe certamente «li¬bero» ma, verrebbe da dire, inutilmente libero. Occorre cambiare totalmente indirizzo. È necessario costruire una sede interdisciplinare in cui, senza vincoli, il mondo professionale trovi condizioni operative ottimali, funzio¬nali alle esigenze poste dalle nuove politiche europee e capacità di lavorare sui temi dello sviluppo economico e civile del Paese. Una struttura unitaria di servizio per il mondo professionale rappresenta l’occasione per uscire da una situazione in cui il mondo professionale non è adeguatamente presente sui temi propositivi ed attuativi delle politiche europee (basta pen¬sare che quando a livello europeo si definiscono le risorse da desti¬nare al finanziamento delle imprese ciò avviene anche con riferi¬mento al sistema professionale, che tuttavia sparisce del tutto in sede attuativa di queste politiche), non è funzionale ad offrire costi di servizio comuni a condizioni economiche favorevoli ed in grado di generare risorse da impegnare in una organizzazione comune; non è complessivamente capace di interloquire su temi fondamen¬tali della semplificazione amministrativa proponendo il sistema delle professioni come interlocutore primario della pubblica ammi¬nistrazione. La creazione di un soggetto attrezzato per erogare servizi completamente fun¬zionale allo sviluppo delle professioni a costi competitivi e con ca¬pacità di altissimo livello è condizione fondamentale per superare questa situazione. È necessario che le professioni siano radi¬cate nel territorio raccordandosi in una “Rete dei saperi” che potrà costituire il nucleo fon¬damentale in cui il sapere professionale troverà sviluppo ed effica¬cia. Il progetto – particolarmente curato dall’avv. Nino Ferrelli – è promosso dalla Fondazione Giuliana Carmignani e trae fondamento nell’affermazione che le professioni costituiscono importanti interlocutori delle Regioni e delle altre Istituzioni territoriali. Lo scopo dell’iniziativa della “Rete dei saperi” è quello che tende ad individuare uno spazio operativo regionale dedicato alle professioni. Il tema delle professioni appare centrale rispetto agli obiet¬tivi prioritari della qualificazione del capitale intellettuale, della promozione di migliori condizioni di accesso e di permanenza nel mercato del lavoro, della crescita economica, della competiti¬vità e dell’innovazione. Il ruolo delle Regioni Le Regioni devono assumere a fondamento della propria azione lo sviluppo del lavoro professionale. Sono inoltre rilevanti le seguenti riflessioni: 1. La velocità dei processi socio-economici impone di saper riconoscere i processi di differenziazione e stratificazione profes¬sionale in corso e di adattare politiche conseguenti. 2. L’evoluzione professionale deve essere riconosciuta se¬condo una propria logica (diversa da quella del mercato e della burocrazia); per questo il «diritto alla professione» va visto come un diritto regolato non solo in forma normativa o contrattuale, ma anche secondo forme di autoregolazione dei soggetti collettivi (secondo i principi di responsabilizzazione e di deontologia). 3. La riforma istituzionale del Titolo V della Costituzione e la logica della sussi¬diarietà richiedono un ripensamento e una nuova assunzione di responsabilità politica a livello locale verso le categorie e la realtà delle professioni, non solo in termini di valorizzazione e di con¬senso, ma anche di tutela di diritti e beni collettivi (ad esempio contro i rischi di precarizzazione insiti in forme spurie di «lavoro autonomo» e a favore dell’accesso dei giovani al mercato del la¬voro). Sul piano delle politiche, occorre assicurare una poli¬tica dei saperi professionali in grado di rispondere alle nuove forme dell’intelligenza terziaria e in particolare alla sfida della creatività e dei nuovi linguaggi e relazioni di rete. I campi di attività per una forte iniziativa delle Regioni sono i seguenti: Conoscere meglio e tenere monitorata la situazione di evo¬luzione del mercato del lavoro e delle professionalità: qui diventa essenziale il ruolo degli Osservatori regionali partecipati con le forze sociali e le Consulte delle rappresentanze professionali, che la Fondazione Giuliana Carmignani intende promuovere. Favorire l’accesso dei giovani al mondo delle professioni: qui diventa essenziale da un lato il ruolo dell’orientamento scolastico e professionale, dall’altro il sostegno alla mobilità geografica e agli scambi internazionali, attraverso apposite borse di studio ed aiuti economici. Orientare e accompagnare lo studente nel processo di avvi¬cinamento al mondo del lavoro. Si configurano infatti sempre più funzioni indispensabili del sistema universitario nel suo insieme. Il problema del collegamento università-mondo del lavoro chia¬ma in causa non solo il rapporto tra questi due mondi ma anche lo sviluppo nei giovani d’oggi di una cultura verso il lavoro. In¬fatti, prendere atto che l’attuale mondo delle professioni richiede ai giovani di mettere in gioco competenze e atteggiamenti quali l’accettazione del rischio, la capacità di autovalutazione e soprat¬tutto l’autoorganizzazione dei propri percorsi di carriera, pone l’Università di fronte al compito di dare una soddisfacente rispo¬sta a nuovi bisogni formativi. In particolare, l’Università ha da confrontarsi con la necessità di sostenere la costruzione dell’i¬dentità professionale. Sostenere l’apprendimento esperienziale e pratico dei saperi professionali: è qui molto importante concepire lo sviluppo dei sistemi formativi regionali secondo logiche di filiera, con rilascio da parte degli Ordini professionali dei titoli di alta formazione, com¬prensivi del praticantato. Sostenere le aggregazioni tra professionisti e/o la coopera¬zione tra lavoratori autonomi. Al fine di mettere i professionisti nella condizione di potere essere preparati ad affrontare problemi sempre più complessi nell’esercizio della loro attività occorre favorire lo sviluppo di strutture organizzative che possano gestire la complessità dei problemi, favorire l’aggiornamento, garantire me¬glio il possesso delle competenze che il lavoro richiede e la qua¬lità della prestazione. Forme di incentivo che favoriscano queste condizioni andrebbero nella direzione del miglioramento del mondo professionale. Il soggetto multidisciplinare In quest’ambito si colloca l’opera della Fondazione Giuliana Carmignani tesa alla costituzione di un soggetto multidisciplinare a livello regionale che abbracci tutte le professioni. La costituzione di un soggetto multidisciplinare aperto a tutti i soggetti professionali intende rispondere agli obiettivi in materia di sostegno all’innovazione delle attività pro¬fessionali, al fine di costituire, per questo importante comparto economico, una struttura unitaria di servizi. L’esigenza di multi¬disciplinarità risponde ad un duplice obiettivo: attraverso la pre¬senza di campi di attività diversificati e molteplici; attraverso la cooperazione tra soggetti aventi riferimenti di «espressione» de¬gli ordini o collegi con quelle dei prestatori d’opera intellettuale. Il soggetto multidisciplinare regionale dedicato alle professioni deve sviluppare un complesso di attività, articolato su più materie, tutte orientate allo sviluppo, diffusione e sostegno di azioni di crescita ed innovazione delle professioni. L’obiettivo del soggetto multidisciplinare è infatti quello di fornire servizi qualificati ad un costo conveniente, favorendo in particolare l’esercizio profes¬sionale a quei soggetti generalmente più deboli. Il soggetto multidisciplinare regionale può diventare il punto di riferi¬mento delle amministrazioni regionali per le politiche legate allo sviluppo delle modalità di interscambio informativo e di eroga¬zione di servizi per l’immediata e complessiva informazione a tutti i soggetti aderenti riguardo alle iniziative comuni e a quelle promosse dalla Regione su tematiche inerenti le profes¬sioni e per la diffusione delle informazioni e lo sviluppo dei mezzi di conciliazione (sempre facoltativa e opzionale) esistenti nelle controversie tra i prestatori di servizi professionali e i clienti. Il soggetto multidisciplinare realizza e gestisce applicazioni infor¬matiche e telematiche finalizzate all’erogazione di servizi digitali ai soggetti professionali. Inoltre il soggetto multidisciplinare diviene canale di dif¬fusione delle best practices del settore, sostenendo in particolare l’innovazione e la diffusione multidisciplinare nel rispetto delle competenze statali in materia, le modalità di cooperazione con le quali collaborare con le Regioni nel processo di aggiornamento delle qualifiche professionali. Il Soggetto multidisciplinare di servizi per le professioni da proporre alle singole Amministrazioni regionali potrà proporsi di operare nei seguenti settori di attività: – formazione, svolgendo i servizi di Agenzia formativa; – informatizzazione e creazione di reti telematiche favo¬rendo l’interoperabilità e diffusione anche in rapporto ai Sistemi informativi regionali; – qualifiche professionali, cooperando con le Regioni per la definizione e l’aggiornamento delle qualifiche professionali; – diffusione di buone pratiche sostenendo in particolare l’innovazione e la diffusione multidisciplinare; – informazione e promozione delle attività dei professionisti sui programmi attivati dall’Unione Europea in materia di profes¬sioni, attivando canali informativi e strumenti di progettazione condivisa e multidisciplinare; – realizzazione di iniziative utili alla diffusione della cultura della conciliazione quale metodo di risoluzione dei conflitti. Come quadro strategico complessivo i servizi organizzati e promossi dalla struttura centrale di riferimento svolgono le fun¬zioni di raccordo e di rete delle strutture realizzate a livello locale. La nascita di una sede così importante per la funzionalità del di¬segno della rete ipotizzata, dovrà necessariamente svilupparsi nel tempo. La scelta di procedere secondo una prospettiva pragmatica dovrà essere frutto di un’attenta riflessione rispetto ai tempi e ai contenuti necessari allo sviluppo delle competenze e degli stru¬menti operativi utili a rendere quanto prima attiva ed efficace l’azione del Soggetto multidisciplinare. La partecipazione ai programmi dell’Unione Europea L’Europa costituisce sempre più riferimento centrale non solo per le istituzioni ma anche per le professioni. Nelle diverse dimensioni di vita singola e associata tutti noi ci confrontiamo con vincoli ed opportunità che ci deri¬vano dalla politica dell’Unione e dalle sue istituzioni. L’Unione Europea rappresenta oggi anche una grande occa¬sione per uno sviluppo economico e sociale sostenibile, nel quale i processi di crescita sono fondati su un contributo armonico delle diverse forze e dei diversi attori. Il mondo delle professioni è un universo articolato di saperi, esperienze, pratiche che può a pieno titolo confrontarsi nell’am¬bito europeo, sia nel senso di apportare tutto questo alla costru¬zione europea, sia nel senso di beneficiare delle opportunità che da tale confronto può scaturire. Obiettivo del soggetto multidisciplinare, promosso dalla Fondazione Giuliana Carmignani, è facilitare questo processo di posizionamento delle professioni nel contesto comu¬nitario, a partire da una migliore conoscenza dei programmi del¬l’Unione in materia di professioni e da servizi di supporto per l’accesso ad essi da parte dei professionisti. Per questo il Sog¬getto multidisciplinare dovrà sviluppare attività, iniziative, servizi e prodotti informativi e consulenziali tali da assicurare il pieno accesso dei professionisti alle novità normative, alle fonti e alle opportunità offerte dall’Unione Europea. Quello europeo è un panorama istituzionale fondamentale cui occorre rapportarsi in modo diverso. Occorre ripri¬stinare al più presto la stretta coerenza tra le politiche europee ed il mondo delle professioni per assicurare una presenza effi¬cace di queste ultime sul panorama europeo. L’Europa costitui¬sce il panorama fondamentale cui i soggetti multidisciplinari de¬vono raccordarsi.

2011.6.20 (1)

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