INDENNIZZI: Giustizia lumaca, indennizzi veloci estesi (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Giustizia lumaca, indennizzi veloci estesi

Indennizzi più veloci per i cittadini che sono stati vittime di un processo troppo lungo. Il ministero della giustizia e la Banca d’Italia hanno deciso di estendere l’accordo, sottoscritto il 18 maggio 2015, relativo all’accelerazione dei risarcimenti previsti dalla Legge Pinto (89/2001), a tutte quelle corti d’appello che sono maggiormente in ritardo con i pagamenti: Caltanissetta, Catanzaro, Genova, Lecce, Napoli, Perugia, Potenza, Roma e Salerno. La decisione è stata presa alla luce dei risultati positivi ottenuti sino a oggi: 10 mila pratiche lavorative di cui 6 mila definite, la liquidazione di 17 milioni di euro di indennizzi e un risparmio di 3 milioni di euro, grazie al fatto che non sono state esperite azioni esecutive a danno del dicastero della giustizia. Il tutto mentre a inizio 2016, per la prima volta dopo anni, c’è stata una diminuzione di 53 milioni di euro dalle somme dovute dall’amministrazione della giustizia a titolo di equa riparazione dei danni subiti nel caso di violazione del termine ragionevole del processo. Per quanto riguarda le modalità di pagamento degli indennizzi, va ricordato che questi sono delegati alle singole Corti di appello, secondo apposito capitolo di spesa (fondo da ripartire per far fronte alle spese derivanti dai ricorsi di equa riparazione) rimpinguato dal ministero dell’economia e delle finanze. Il pagamento dell’indennizzo deve sottostare, secondo la legge Pinto, alle risorse che sono assegnate al ministero della giustizia. Fino al 2012 lo stanziamento dei fondi veniva effettuato dal Mef, una volta l’anno. Solitamente avveniva tra il mese di aprile e quello di luglio ma mai in quantità sufficiente rispetto alla liquidazione dei decreti emessi nell’anno in corso o rispetto all’azzeramento del debito. Nel 2013, per la prima volta, la legge di bilancio ha stabilito a favore del ministero della giustizia un’assegnazione di fondi pari a 50 milioni di euro (somma comunque inadeguata rispetto all’entità del debito che ammontava a oltre 340 milioni di euro). L’anno successivo, il 2014, sono stati stanziati 100 milioni di euro e infine nel 2015 si è arrivati alla somma di 180 milioni di euro a fronte, però, di un debito che nel tempo è arrivato a 456 milioni di euro.Giorgia Pacione Di Bello

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