IL MESSAGGERO
Intercettazioni, Legnini bacchetta i pm
Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura: ?E annuncia: presto le linee guida, valorizzando le positive
divulgare gli ascolti irrilevanti danneggia il prestigio delle toghe iniziative adottate dalle Procure di Roma, Torino e Napoli
IL CASO
ROMA I pettegolezzi, quelli sarebbe meglio non vederli scritti sui giornali. Lo ha detto qualche giorno fa il presidente del Consiglio Matteo Renzi alludendo alle telefonate contenenti “gossip” pubblicate nell`inchieste sul petrolio di Potenza. Ieri sulla questione è sceso in campo anche il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, che ha lanciato un monito ai pm, e ha annunciato che Palazzo dei marescialli sta preparando delle linee guida che servano per utilizzare al meglio il delicato strumento delle intercettazioni, a partire dalle prassi positive già adottate in tre grandi procure, Roma, Torino e Napoli.
Obiettivo dichiarato, contribuire a diffondere negli uffici «buone prassi applicative» per «individuare un possibile equilibrio» tra l`impiego di quell`«irrinunciabile strumento investigativo» e i valori costituzionali che sono dietro «al diritto alla riservatezza, a una corretta informazione
e al diritto di difesa». «Si tratta, infatti – avverte Legnini – di un fenomeno che rischia di compro- mettere il prestigio e l`immagine dei titolari dell`azione penale e della polizia giudiziaria».
GLI OBIETTIVI
Il vice presidente parla dell`iniziativa del Csm – della quale ha certamente già informato il capo dello Stato – in occasione dell`incontro con i procuratori generali di tutta Italia, organizzato dalla procura generale della Cassazione.
E quando lascia la riunione a porte chiuse esprime anche lui l`allarme per «le frequenti indebite divulgazioni di conversazioni estranee ai temi d`indagine e
relative alla vita privata di cittadini spesso neanche indagati». Il Csm è comunque pronto a fare la sua parte e già si è messo al lavoro, partendo dalle misure «organizzative e innovative» adottate dai procuratori Pignatone, Spataro e Colangelo, che saranno «portate a sintesi ed eventualmente integrate» con i contributi dei consiglieri. «Se quelle misure adottate sono utili a realizzare il rispetto dei valori costituzionali coinvolti – spiega ancora Legnini – non vi è ragione di sottrarsi al dovere di mettere a disposizione di tutti gli uffici di Procura un atto di autoregolamentazione uniforme cui ciascun procuratore capo e ciascun magistrato inquirente potrà attenersi o ispirarsi». Senza però compiere nessuna invasione di campo.
L`iniziativa annunciata dal vice presidente del Consiglio superiore raccoglie consensi bipartisan. È un intervento «sicuramente opportuno e meritevole» che «non incide sull`iter della legge» sulle intercettazioni, osserva Donatella
Ferrante (Pd), presidente della Commissione giustizia della Camera.
L`ITER
Una legge che Renzi assicura andrà veloce e si farà in tempi brevi. Non un piano contro gli ascolti, nessuna legge bavaglio: il governo vuole evitare di entrare in rotta di collisione con il presidente dell`Anm Piercamillo Davigo.
Su una corsia parallela, invece, si metterà mano alla prescrizione
che verrà ritoccata, (due anni dopo la condanna in primo grado e un anno dopo l`appello). Sebbene ieri l`ex vice ministro della Giustizia Enrico Costa abbia ribadito: «Non mi risulta che ci sia alcun accordo di maggioranza in tal senso». Cristiana Mangani