IL FATTO QUOTIDIANO
In Festa Giulia Bongiorno: “Silvio non le voleva sui giornali, Matteo vieta la trascrizione”
Intercettazioni, Renzi è peggio di B.
Dom.4 – Prescrizione, intercettazioni e altre droghe: i temi affrontati da Giulia Bongiorno, avvocato, Henry John Woodcock, magistrato, e Marco Lillo, giornalista del Fatto Quotidiano. “Il governo di Matteo Renzi sta facendo
su intercettazioni e prescrizione peggio del governo Berlusconi”: lo hanno
ripetuto, ieri alla Festa del Fatto alla Versiliana, sia Bongiorno, sia Lillo, in un incontro condotto da Ferruccio Sansa.
“La nuova legge su prescrizione e intercettazioni non si farà”, secondo Bongiorno. Serve per sollevare il problema giustizia nei talk show televisivi, ma poi chissà quando faranno la legge delega, che poi chissà quando
sarà completata e diventerà operativa. Comunque, la strada è sbagliata, secondo Bongiorno: “Per allungare i tempi di prescrizione bisognava intervenire alzando le pene, invece si vuole introdurre un sistema di sospensioni della prescrizione, per esempio dopo la sentenze, che avrà come risultato solo quello di allungare i tempi di scrittura delle motivazioni”.
GIUSTO INVECE, per Woodcock, il diritto all`oblio. La prescrizione non serve solo ai politici che vogliono farla franca, “a volte serve anche
ai pm che hanno fatto male le indagini, agli avvocati che difendono male i loro assistiti, ai giudici che non vogliono fare i processi”.
Per le intercettazioni, oggi va anche peggio: il risultato che si vuole ottenere è che non siano pubblicate dai giornali, e dunque non conosciute dai cittadini. “Berlusconi voleva ridurre le intercettazioni. Ma la novità di oggi”, per Lillo, “è la reazione dei magistrati”. Ora dicono: autoregoliamoci, facciamone meno, e soprattutto facciamo in modo che non
siano pubblicate sui giornali.
Molti capi delle Procure hanno redatto circolari che vanno in questa direzione, dice Lillo: “Noi continuiamo a intercettare, ma blocchiamo la possibilità di pubblicarle. È vero che la legge chissà quando si farà, ma intanto il risultato è già stato raggiunto: nelle carte processuali non si mettono più le intercettazioni non rilevanti”.
Ma che cosa significa “non rilevanti”? Chiede Woodcock. Non rilevanti
per chi? “È un concetto troppo vago. E oltretutto scarica la responsabilità sulla polizia giudiziaria”, invitata già ora dalle circolari dei procuratori
a non mettere nei brogliacci ciò che è giudicato “non rilevante”. Bongiorno:
“Silvio Berlusconi voleva vietare la pubblicazione delle sintesi delle intercettazioni.
Matteo Renzi fa peggio: impedisce perfino che siano trascritte le intercettazioni ritenute non rilevanti. Eppure ora nessuno insorge contro il bavaglio, contro l`attacco al diritto di cronaca”. Eppure la possibilità
di pubblicare, spiega Lillo, è garanzia del controllo pubblico non soltanto sul potere politico, ma anche su quello giudiziario.
Woodcock, pm a Napoli, si è schierato a favore della legalizzazione
delle droghe leggere: servirebbe a togliere il business della cannabis
dalle mani di ragazzini che si ammazzano – letteralmente – per una piazza di spaccio che garantisce 4-5 mila euro al mese a chi vi lavora. GIANNI BARBACETTO